“E Adamo si vide nudo…” La più profonda tragedia di questa ora è la perdita della Verità. L’uomo d’oggi si trova nudo di fronte ai principi fondamentali dell’essere. Privo di riferimenti metafisici. E’ stata la vittoria del relativismo assoluto sulla falsa cultura attuale.
Il relativismo assoluto è, nel suo stesso porsi, inconsistente, perché nega se stesso: se infatti il relativismo è assoluto, anche il relativismo è relativo, quindi inconsistente. Il relativismo deve per forza porsi una base, e questa base è l’individuo umano come ultimo criterio di verità, quindi ognuno ha la sua verità, la quale può essere in contrasto con le verità altrui. “La verità me la faccio io come meglio mi comoda”, ma questo significa che una verità elide l’altra, e non è più possibile alcun accordo tra i mortali. Si corre allora al riparo con verità statistiche di questo tipo: “E’ vero ciò che è maggiormente condiviso”.
E’ il fondamento della legislazione europea, che elabora le leggi in base al sentimento dei più, ma se questi più sono nel falso, siamo ancora daccapo. E’ il fondamento delle democrazie, basate non su una Verità oggettiva, ma sulla forza cieca dei numeri. Se una società è fatta di santi, questi legiferano il meglio, ma se vi prevalgono i delinquenti, le leggi escono su loro misura. Poniamo il caso concreto dell’aborto: se la maggioranza è corrotta, l’aborto sarà proposto come conquista sociale. Il relativismo ha un aspetto positivo, che ogni società ha quello che si merita, in bene o in male, perché Dio ha posto questo ineludibile assioma: ciascuno è premio o castigo a se stesso.
E non si scappa da un castigo peggiore dell’inferno, perché l’essere dannati in se stessi è peggio che patirne la pena. Premio o castigo dell’uomo è quello che l’uomo è, quale si costruisce giorno per giorno con i propri pensieri, desideri, azioni. La società attuale è quindi destinata allo sbando. Finché non ritrova le proprie radici nella Verità, ci sarà sempre qualcuno che dirà: “Usiamo le atomiche per prevalere su chi potrebbe usarle contro di noi”.
Quando si perde la Verità, tutto è possibile: ci sarà sempre un figlio che giudicherà ragionevole uccidere il padre o la madre che gli danno fastidio. Ci sarà sempre un popolo che ricorrerà a Massinissa per giustificare i propri pruriti di guerra. Ci sarà sempre una madre che troverà buone ragioni per trucidare il proprio bambino. Senza una Verità che sia al di sopra di tutte le coincidenze, tutto è possibile, e tutto sbocca nell’inferno. L’inferno è il luogo dove si è spenta la Verità.
Il Salmista si domanda: “Quando le fondamenta sono scosse, che cosa può fare il giusto?” ( ). La Chiesa stessa subisce gli influssi di questa situazione ibrida entrando in uno stato di ovattazione che snerva il suo vigore. La Rivoluzione Francese ha trovato un episcopato solido nei suoi principi che si è rifiutato di accettare la costituzione civile del clero a costo del martirio di molti vescovi e sacerdoti.
Oggi non è così. Un cardinale ha consentito a un fatto assai più grave, accettando l’incontro ecumenico tra cattolici, dissidenti e pagani come se le false divinità potessero convivere nello stesso tempio dell’unico vero Dio. Si è trattato decisamente di un peccato di idolatria. Eppure questo Vescovo aveva insegnato per decenni teologia morale in seminario e sapeva benissimo che in nessun modo si deve ammettere un male in vista di un bene (principio del duplice effetto, v. Jone, 14).
E il clima degli incontri di Assisi ove si commettono peccati gravissimi di idolatria, che facevano infuriare Jahvé contro gli ebrei fino a provocare le grandi deportazioni, assira, babilonese e romana. L’ecumenismo sinarchico è la manifestazione più vistosa del relativismo, ma lo smarrimento metafisico infesta altre aree della vita ecclesiale, come l’esegesi, la liturgia, la morale, e si identifica col modernismo. Questo brutto regalo ereditato da migliaia di pensatori fuori della Verità, come possiamo toccare con mano nelle enciclopedie filosofiche dove un errore caccia l’altro, si annida in alcuni settori di privilegio, quali la scienza, la storia, l’economia. La storia.
Gli ebrei, ad esempio, non gradiscono che si insegni che prima ancora della rivoluzione francese molti disordini tra i popoli segnano la loro ascesa verso il dominio mondiale dei popoli. Oggi appare chiarissimo, da una lettura retrospettiva dei fatti, che con la creazione della massoneria le guerre e le rivoluzioni si sono sviluppate su loro iniziativa. Grazie all’acume di ricercatori avveduti e di molti documenti venuti alla luce è oggi possibile ricostruire la storia di questi ultimi secoli rilevando la funzione determinante esercitata dall’ebraismo anticristiano sugli avvenimenti che hanno cambiato il volto all’intero pianeta.
La rivoluzione francese è stato un passo molto importante nel cambiamento degli assetti politici dell’Europa. Essa è stata resa possibile dal piano elaborato a Francoforte dall’ebreo Rotschild e dagli Illuminati di Baviera che si insinuarono nelle logge francesi per dirigerle ai loro piani. Ma prima ancora emerge la figura di che riuscì a portare la piazzaforte egli affari ebraici nel cuore di Londra, instaurando il connubio tra ebraismo e corona inglese.
Non è difficile ricostruire, con documenti alla mano, l’invasione ebraica nell’Europa cristiana, mediante il grimaldello così bene maneggiato della massoneria. L’Europa uscita dalla prima guerra mondiale corrisponde esattamente con le dichiarazioni del gran maestro della massoneria inglese lord Palmerston, che nel 1848 sul giornale Globe delineava il futuro assestamento dell’Europa in questi termini: Francia massonica, eliminazione dell’impero austro-ungarico, e dello varismo russo, unificazione dell’Italia a spese del Papato, indebolimento del cattolicesimo ai margini dell’Europa.
La rivoluzione europea orchestrata nel 1848 dall’Inghilterra mediante i massoni Mazzini, Cossuth e Ledru Rollin. Quest’epoca delle mezze verità ha reso possibile la proliferazione di movimenti molto inquinati.
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