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13. Gesù deposto dalla croce. Il mettermi a letto, abbandonandomi nelle braccia di Maria.

dalla Via Crucis di Suor +
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Riflessione sulla Chiesa
Di Admin (del 11/03/2010 @ 14:40:49, in Padre Vittorio 2008, linkato 1510 volte)

Una riflessione sulla Chiesa deve partire dalla netta distinzione tra il suo elemento attivo santificante e il suo elemento passivo santificabile.

E’ diffusa la critica agli uomini di Chiesa (Papa, vescovi, sacerdoti, fedeli) come se la Chiesa si esaurisse nella loro umana realtà e si identificasse con essi, che costituiscono l’elemento santificabile della Chiesa, mentre la Chiesa è una realtà infinitamente più grande, perché essa è soprattutto Cristo Signore, Verbo di Dio fatto uomo, che ha fondato la Chiesa e la riunisce (ecclesìa significa convocazione, riunione, quindi comunione) intorno al suo Sacrificio di adorazione e la nutre con il suo Corpo e il suo Sangue, e la sua Parola evangelica.

La Chiesa è soprattutto Cristo. Noi definiamo l’uomo come anima incorporata, considerando giustamente che la forma hominis, ciò per cui l’uomo è uomo, non è il suo elemento materiale, ma la sua anima spirituale. Così la Forma Ecclesiae non è il suo corpo terreno, ma la sua anima trascendente, che è Cristo Signore in essa operante mediante il suo Spirito.

Corpo Mistico di Cristo

Il Concilio ha riflettuto sulla Chiesa soprattutto come Popolo di Dio. E’ una nozione esatta, evocata dall’Antico Testamento per agevolare l’impegno ecumenico. Ma tale definizione è vaga e sfumata, assai meno precisa del concetto di Corpo Mistico magistralmente illustrato, in base alla rivelazione dell’apostolo Paolo, dalle encicliche Mystici Corporis e Mediator Dei del grande teologo Pio XII.

Il Corpo Mistico evoca immediatamente l’idea del Capo, che è Cristo: “Dio lo ha costituito al di sopra di tutto come capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, il compimento di Lui, che si va compiendo interamente in tutti i suoi membri” (Ef 1, 22s). Dio Padre ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, che aveva in sé prestabilito per attuarlo nella pienezza dei tempi, di incentrare tutte le cose in Cristo, le cose del Cielo e quelle della terra…, perché noi fossimo a lode della sua Maestà (Ef 1, 9s).

La parola incentrare nel testo greco è espressa col verbo anakephalaioomai, composta con kephalé = capo, e traducibile con ricapitolare, porre a capo. La dottrina del Corpo Mistico è illustrata da san Paolo in varie sue lettere, e soprattutto quando parla dei carismi diffusi abbondantemente dallo Spirito Santo nella sua Chiesa (v. 1 Cor 12, 1s).

Regno dei Cieli

Gesù ha preannunziato la sua Chiesa come suo Regno. Regno che non è di questo mondo, ma che è piantato nel mondo come germe del Regno dei Cieli. Egli è presente in essa sino alla fine dei tempi per dirigerla: è Lui il timoniere che la guida attraverso i flutti tempestosi di questo mondo. Quante procelle ha superato!

Gesù la descrive nelle parabole, come quelle del piccolo seme di senape che si sviluppa in albero, o del grano che cade in terreni diversi oppure è soffocato dalla zizzania; così pure nelle parabole del banchetto nuziale o dei vignaioli. Tutto l’insegnamento di Gesù definisce questo capolavoro di Dio sulla terra chiamato Chiesa, alla quale ha rivolto tutte le sue attenzioni di Creatore e Redentore. E’ il capolavoro di Gesù che ha il suo compimento nel Cielo, dove non entra nulla di impuro (Ap 21, 27), come descrive l’Apocalisse, concludendo: “Lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni!” (Ap 22, 17).

L’ha eretta come “Casa del Dio vivo, colonna e sostegno (o fondamento) della verità” (1 Tm 3, 15; v. Bet-El in Ubi Petrus 165, p. 2).

Ha posto in essa l’Albero della vita (v. Gn 2,9; Ap 22, 14).

Ne ha fatto il Tempio di Dio e la Porta del Cielo (Gn 28, 17).

L’ha eletta sua Sposa, per la quale “ha dato Se stesso al fine di santificarla e purificarla per farla comparire dinnanzi a Sé risplendente di gloria, senza macchia né ruga” (Ef 5, 25s).

La Chiesa nella sua realtà profonda è quindi sempre santa, perché Tre volte Santo è Dio che l’ha pensata nell’eternità, santo è il suo fondatore Gesù Cristo, santa è la Vergine Madre di Dio, santi sono gli eletti del Paradiso che costituiscono la celeste Gerusalemme; e perché tutti in essa sono chiamati alla santità: “Siate santi, perché Io, il Signore, sono santo”. I popoli si alternano ed entrano in essa come peccatori per essere santificati.

Per conoscere la natura della Chiesa occorre approfondire l’intera Rivelazione, dato che la Chiesa è pensata e realizzata con la Sapienza divina rivelata nelle Scritture e soprattutto nel Vangelo.

Albero della Vita

Quando fu fondata la Chiesa?

Nei Vangeli non esiste una datazione ufficiale della nascita della Chiesa. Dio l’ha pensata nell’eternità in quanto “coloro che Dio ha distinti nella sua prescienza li ha anche predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché Egli sia il primogenito tra i molti fratelli. Quelli che ha predestinati, li ha anche chiamati, quelli che ha chiamati li ha pure giustificati, e quelli che ha giustificati li ha anche glorificati (Rm ¸29s). L’unico intuito divino che ha pensato la Creazione come unità evolutiva, l’ha redenta pure come unità evolutiva legata al mistero dell’Incarnazione del Verbo nel quale sono create tutte le cose, e tutte sono finalizzate a Lui, e tutto sussiste in Lui (Col 1, 16s).

Un momento significativo di questa unità evolutiva è la preparazione avvenuta mediante l’Antica Alleanza stabilita da Dio con il popolo eletto. Nessuna religione presenta simile anticipazione profetica. “Dio, che già molte volte e in molti modi ha parlato ai nostri padri mediante i profeti, in questi ultimi tempi ha parlato a noi nel Figlio, al quale ha conferito il dominio di tutte le cose, avendo anche mediante Lui creato l’universo” (Eb 1, 1s). Mediante il Popolo eletto la Chiesa ha avuto una anticipazione del disegno di Dio e una ricchezza da sfruttare ancora oggi, perché dagli ebrei abbiamo le promesse, i profeti, le Scritture.

Questa unità si rivela pure in modo evolutivo anche nei Vangeli, in cui possiamo vedere vari momenti. C’è il discorso della Montagna, ci sono gli insegnamenti dell’ultima Cena, c’è la preghiera sacerdotale: è una serie di sequenze che illustrano tutto il mistero cristiano e l’indole stessa della Chiesa.

Alcuni momenti di particolare importanza ci fanno capire con maggiore esattezza che cos’è la Chiesa.

Nell’imminenza della sua Passione una voce viene dal Cielo a glorificare il Figlio dell’Uomo, e Gesù proclama: “Ora ha luogo il giudizio per questo mondo, e il principe di questo mondo ne sarà cacciato fuori. Ed Io, quando sarò levato in alto da terra, attirerò tutti a Me” (Gv 12, 31s). Questa proclamazione rispecchia quella fatta da Gesù a Nicodemo: “Come Mosè ha innalzato il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’Uomo, affinché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna” (Gv 3, 14s).

L’innalzamento sulla Croce è segnalato da Gesù come momento di grande importanza nella sua vicenda redentrice: la Croce lo innalza come potente calamita che attrae a sé l’umanità redenta. Essa si erge nel cuore della storia umana e apparirà nel cielo alla fine dei tempi come segno del Figlio dell’Uomo.

Dal Cuore squarciato

La Chiesa nasce e si sviluppa intorno alla Croce, e ancor più esattamente, come ricorda il Concilio, è dal Cuore squarciato di Cristo che nasce la Chiesa sua Sposa (Inno al Cuore di Gesù). “L’inizio e la crescita della Chiesa sono significati dall’acqua e dal sangue che uscirono dal costato aperto di Cristo dormiente sulla Croce” (LG 3). “Dal costato di Cristo dormiente sulla Croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa” (SC 1).

Gesù stesso ha piantato la Croce come Albero della Vita nel cuore della Chiesa istituendo il Sacrificio Eucaristico che rinnova sino alla fine dei tempi lo stesso Sacrificio da Lui compiuto come Sommo Sacerdote e come Vittima divina sulla Croce.

Nel Sacrificio Eucaristico è Lui stesso che si offre sulla Croce per rendere alla Santissima Trinità l’adorazione, il ringraziamento, la riparazione e la supplica nel modo perfettissimo possibile solo a Lui che è il Figlio di Dio. Il celebrante principale nel Sacrificio Eucaristico è quindi Gesù stesso, in qualità di Sommo ed eterno Sacerdote, e anche Vittima pura, santa, immacolata, mentre il sacerdote terreno è unito a Lui come strumento che gli rende possibile rinnovare il Sacrificio della Croce. Nella Santa Messa avviene un misterioso superamento oltre il tempo e lo spazio che identifica il Sacrificio Eucaristico con il Sacrificio di Gesù in Croce.

Dal Sacrificio Eucaristico poi, Gesù stesso offre alla sua Chiesa il suo Corpo e Sangue come Pane di Vita e Calice di Salvezza nella Comunione Eucaristica, e rinnova la sua Presenza tra noi sino alla fine del mondo (Mt 28, 20).

La Chiesa è dunque soprattutto Gesù Eucaristia.

Vediamo queste file di comunicanti che si susseguono ormai in tutto il mondo alla Mensa Eucaristica, mediante la quale l’intera Città redenta si offre a Dio come sacrificio universale per mezzo del grande Sacerdote, che ha offerto se stesso per noi con la sua passione per farci diventare corpo di sì eccelso Capo (S. Agostino, PO 2). Il fine è glorificare Dio e rendere santa questa umanità che lasciata a se stessa gravita continuamente verso il peccato. Il clero stesso gravita verso il peccato originale, ma Gesù esercita l’attrazione potente su tutti traendoci verso la santità.

Lo Spirito anima della Chiesa

Il Corpo e il Sangue di Cristo ci sono dati come pegno del suo Spirito, che è l’anima della Chiesa.

Lo Spirito Santo, che fa del Figlio uno col Padre, ha santificato il grembo di Maria, ha condotto ogni passo di Gesù, è stato promesso agli Apostoli e alla Chiesa da Gesù prima della sua Passione come Paraclito, Confortatore e Avvocato (Gv 14, 16s, 26s; 16,7), come Spirito di Verità che condurrà la Chiesa alla Verità tutta intera (Gv 16, 12s). Questa promessa tanto importante, completa quanto Gesù disse a Pietro per la nostra sicurezza (Mt 16, 18s).

Gesù stesso Lo ha effuso sugli Apostoli appena risorto in vista della remissione dei peccati: “Mostrò loro le mani e il costato… Alitò su di essi e disse loro: ‘Pace a voi! Come il Padre ha mandato Me, anch’Io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo: a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi li riterrete saranno ritenuti’” (Gv 20, 26s).

Dopo questa effusione riservata, lo Spirito Santo fu effuso sugli Apostoli in modo pubblico e solenne: “Il giorno di Pentecoste erano tutti insieme (nel cenacolo), e venne d’improvviso dal cielo un frastuono come d’un soffio di vento impetuoso, e riempì tutta la casa dove abitavano. E apparvero loro delle lingue spartite come di fuoco, e si posarono una su ciascuno di loro. E furono tutti ripieni di Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue secondo che lo Spirito concedeva loro di esprimersi” (At 2, 1s).

Da questo momento gli Apostoli cominciarono la loro testimonianza coraggiosa fino al martirio portando il Vangelo dove li conduceva lo Spirito. L’azione dello Spirito nella Chiesa è descritta negli Atti degli Apostoli e commentata da Paolo nelle sue numerose Lettere. Egli scrive ai Corinzi: “Nessuno può dire Gesù è il Signore se non per lo Spirito Santo. Ora vi è varietà di doni, ma è lo stesso Spirito che opera tutto in tutti. A ciascuno poi la manifestazione dello Spirito è data perché torni a comune vantaggio… Noi siamo stati battezzati in un solo Spirito per costituire un solo corpo, e tutti siamo stato imbevuti di uno stesso Spirito” (1 Cor 12, 2s). Tra i molteplici carismi dati in dotazione alla Chiesa, Paolo invita a chiedere il meglio, il carisma migliore della caritas (sui carismi si rileggano soprattutto i capitoli 12-14 della Lettera ai Corinzi).

L’azione dello Spirito Santo nella Chiesa appare soprattutto nella Liturgia del Sacrificio Eucaristico, ma lo Spirito precede e accompagna incessantemente la nostra preghiera perché “noi non sappiamo ciò che dobbiamo chiedere, ma lo Spirito lo implora per noi con gemiti inesprimibili” (Rm 8, 26s).

L’influsso potente dello Spirito nella Chiesa si rivela nella santità di molti suoi figli. Il sacramento dell’effusione dello Spirito Santo è la Confermazione.

La forza elevante dei Sacramenti

Riflettiamo alla forza elevante che Gesù esercita nella sua Chiesa mediante i sacramenti. Attraverso questi segni efficaci della grazia Egli dispensa i tesori acquisiti con la sua morte in Croce alle molteplici condizioni di vita dei credenti.

Mediante il Battesimo li ristabilisce nella grazia di Dio. Li libera dalla maledizione originale e dai peccati personali, li rende figli di Dio partecipi della stessa natura divina (2 Pt 1,4), coeredi di Cristo, della Vita Eterna.

Pensiamo alla conversione dei popoli e alla trasformazione dei loro costumi al contatto con la Chiesa primitiva.

Una misteriosa forza elevante si rinnova ogni giorno mediante il sacramento della Confessione. Il Sangue dell’Agnello scende sui peccatori sciogliendoli dalla grande tribolazione e rendendo bianche le loro vesti (Ap 7, 14s).

La Confessione ravviva la coscienza del peccato, restituisce la grazia di Dio, rinnova lo slancio spirituale, offre occasione per la guida spirituale e l’affinamento interiore. Sono file interminabili di persone restituite a Dio nella pace e spiritualmente rinnovate. I fratelli dissidenti, che non hanno accolto questo immenso dono, non hanno luce

La Cresima conferisce i doni dello Spirito Santo e rinvigorisce la forza di testimoniare il Vangelo.

L’Unzione degli infermi ravviva la fede nel destino eterno dell’uomo, sostiene nella debolezza fisica, libera dai peccati.

Il sacramento dell’Ordine rende partecipi del Sacerdozio di Cristo e abilita a “predicare il Vangelo, scacciare i demoni, guarire i malati” (v. Mt 10, 1s; Mc 3, 13s; ecc.). La predicazione del Vangelo è il primo impegno della Chiesa, che dalle origini lo assolve in vari modi. I miracoli e le guarigioni miracolose avvengono con frequenza maggiore di quanto sappiamo, come a Lourdes. Ma pensiamo alla enorme portata delle guarigioni operate dai sacramenti. Molte malattie fisiche e psichiche sono conseguenze del peccato, e del disordine che ne segue fino alla pazzia. Una prima guarigione, ed è universale, avviene mediante la predicazione evangelica che conferisce equilibrio morale e anche fisico. Chi conosce gli ambienti di tossicomani, di alcolizzati o di libertini può meglio valutare il risanamento apportato abitualmente in anticipo dai richiami alla sobrietà e alla rinuncia, dai consigli dei confessori, dalla lotta della Chiesa contro ogni genere di peccato.

Così la prima liberazione dai demoni, che agiscono con molta frequenza tra i pagani, non è data tanto dall’esorcismo, quanto dalla predicazione della Fede e dall’uso dei Sacramenti.

Il Matrimonio aiuta gli sposi a mantenersi nella reciproca fedeltà e li abilita a sostenere il peso della loro difficile vocazione.

Donna vestita di Sole

Con l’immagine della Donna vestita di Sole (Ap 12, 1s) l’Apocalisse identifica Maria con la Chiesa.al punto che le immagini si sovrappongono in un’unica vicenda che coinvolge gli Angeli del Cielo al comando di Michele, il gran Dragone rosso con gli angeli ribelli, la schiera degli eletti i cui nomi sono scritti nel Libro della Vita, e lo stesso Figlio di Dio dal suo apparire sulla scena umana fino alla vittoria finale.

Questa identificazione, che va meditata nei suoi ricchi particolari, pone il quesito sul rapporto tra Maria e la Chiesa. Entrambe sono Donna vestita di Sole, perché portatrici del Verbo. Maria genera il Verbo nel suo grembo verginale come Madre di Dio, la Chiesa genera spiritualmente il Verbo come Madre del Corpo Mistico.

Donna: perché? Dio è Padre, e potenza Creatrice e Redentrice. La Donna rappresenta la sua Misericordia. Maria è Madre di Misericordia donata dalla Trinità divina per esercitare sugli smarriti cuori umani la fiducia: la madre nella famiglia svolge la mediazione della bontà paziente e persuasiva, sempre pronta a difendere i figli dalla severità del marito. La Chiesa è data a noi come Madre di Misericordia fatta di carne umana per comprendere le debolezze dei figli, richiamarli con pazienza inesauribile mediante i Sacramenti (si pensi al Sacramento del Perdono offerto non sette volte ma settantasette volte nei suoi confessionali).

Maria nella carne è figlia di Adamo, venuta al mondo per generazione naturale. Ma nello spirito è generata dalle profondità del Cuore del Verbo, che l’ha pensata e l’ha creata ab aeterno a sua immagine purissima esente dal peccato di origine, tutta Immacolata, ricolmata di Luce in vista della Divina Maternità.

Essa entra nel mondo come creazione nuova, come germe del Paradiso, che si sviluppa con Lei fino alla piena maturazione.

Essa è resa partecipe dell’opera redentrice del Figlio al punto di essere nostra Corredentrice.

Gesù è la fonte di tutta la Grazia effusa nella Chiesa, Maria è il canale della Grazia, la Mediatrice.

Si può dire che Maria, la Donna vestita di Sole, è già essa stessa la Chiesa? Il Magistero la definisce primizia della Chiesa: le ciliegie donate come primizia sono già ciliegie, ne hanno già l’essenza e il sapore. Maria porta in sé gli attributi della Chiesa, come La vediamo ai piedi della Croce e nelle prime riunioni dei credenti: oltre che Madre della Chiesa, è già lei stessa Chiesa. La Chiesa nasce in Lei, cresce con Lei, colma il Paradiso di Lei.

“Su questa pietra…”

Gesù, Capo invisibile della Chiesa, ha voluto darci una garanzia visibile della sua assistenza sino alla fine dei tempi, e ha fondato la sua Chiesa sulla roccia (Cefa, ossia Pietro, significa Roccia) dell’Apostolo Pietro, e lo ha eletto, con i suoi successori, centro visibile e garante della sua Unità Salvifica: dottrinale, giuridica, sacramentale.

La Chiesa ha bisogno di una dottrina sicura, di una retta comprensione di quanto Gesù ha insegnato, del suo Vangelo, e di un interprete infallibile della Volontà di Dio, e ha promesso il dono dello Spirito Santo per portarci alla Verità tutta intera (v. Gv 16, 12s) nel variare delle situazioni complesse in cui la barca di Pietro avrebbe dovuto navigare. Oggi, ad esempio, emergono problemi nuovi posti dalla bioetica, dal globalismo, dalle complicate situazioni culturali, politiche, sociali. Difficile distinguere il bene dal male, individuare il retto comportamento voluto da Dio. La sbandamento nella dottrina si ripercuoterebbe nel disordine dei comportamenti. Per questo Dio ha dotato Pietro del dono dell’infallibilità dottrinale (Concilio Vaticano I, ecc.) e lo ha eletto supremo garante della Fede e della Morale per la Chiesa e l’umanità intera. Personalmente è soggetto a errori, ma nel suo Magistero abituale è assistito dallo Spirito Santo per non errare, e quando definisce solennemente (ex cathedra) una verità di Fede o di morale gode del carisma dell’infallibilità.

Il Primato di giurisdizione gli conferisce autorità incondizionata e immediata su tutti i membri della Chiesa: vescovi, conferenze episcopali, sacerdoti, fedeli singoli o raggruppati: “A te darò le chiavi del regno dei Cieli, e ciò che legherai sulla terra sarà legato anche nei Cieli, e ciò che scioglierai sulla terra resterà sciolto nei Cieli” (Mt 16, 19s).

Di conseguenza il Papa è garante anche riguardo ai mezzi di santificazione come i Sacramenti, la Liturgia, ecc. In essi l’autore principale resta sempre Gesù, presente nel Sacrificio, presente nei Sacramenti in modo che quando uno battezza è Cristo stesso che battezza, presente nella sua Parola, infine presente quando la Chiesa prega e loda Lui che ha promesso ‘Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro’ (Vaticano II. SC 7); ma l’ordinamento giuridico della liturgia, che nel suo insieme è l’esercizio del sacerdozio di Cristo (SC 7) è affidato al Sommo Pontefice.

“Non praevalebunt”

“Le porte dell’inferno, ossia le potenze infernali, non prevarranno” contro la Chiesa. La Chiesa è un miracolo enorme della divina Provvidenza. Cristo è la sua pietra angolare: chi cadrà su di essa si sfracellerà (Mt 21, 44; 1 Pt 2, 6).

L’Apocalisse riassume la lotta scatenata da Satana contro la Chiesa e la vittoria finale di Cristo. Possiamo verificare questa vittoria nella stessa continuità della Chiesa fino ad oggi: si alternano imperi potenti, hanno il loro lampo di accensione, poi si afflosciano nel nulla; la Chiesa passa attraverso persecuzioni sanguinosissime, ma risorge più forte di prima.

Ricordiamo: al termine delle persecuzioni l’impero romano si è svegliato cristiano. Le irruzioni dei barbari si sono concluse con la loro conversione al Cristianesimo. Sono seguite le lotte medioevali tra Chiesa e potere politico, e la Chiesa si è trovata asservita alle pretese feudali, ma se ne è liberata con l’umiliazione dell’imperatore a Canossa grazie alla forza di Gregorio VII.

Le insidie più pericolose alla Chiesa sono scaturite dal suo interno, con il rigurgito del paganesimo rinascimentale, e hanno portato alle dissidenze luterane anglicane e protestanti, ma il Concilio di Trento ha ridato vigore alla Chiesa con una crescente fioritura della santità.

Questi ultimi secoli sono segnati dall’aggressione massonica, che soprattutto mediante il comunismo ha ingigantito la persecuzione con ogni male, ma l’impero comunista si è disfatto in due giorni.

Rimane oggi l’aggressione modernista, che tenta di dissolvere la Fede nelle sue stesse radici, ma i segni di una nuova vittoria, più sfolgorante di quelle del passato, sono già in vista. Pensiamo alla profezia delle due colonne descritta a don Bosco (v. Ubi Petrus 114) per aver luce sull’esito della persecuzione attuale.

“Porta del Cielo”

La Casa di Dio nella visione di Giacobbe è chiamata anche Porta del Cielo. Giacobbe contempla la grande scala che unisce la terra al Cielo con gli Angeli che scendono e salgono su di essa.

La Chiesa, Immagine della Città superna, del Sangue incorruttibile conservatrice eterna (Manzoni: si mediti il suo splendido inno alla Chiesa), non si chiude sulla terra. La sua realtà più splendida è in Paradiso, dove occhio mai vide né orecchio udì, né mai entrò in mente umana quali cose ha preparato Dio per coloro che Lo amano” (1 Cor 2, 9).

Il Catechismo afferma, con la Scrittura, l’unità che esiste tra la Chiesa Trionfante, la Chiesa Purificante e la Chiesa Militante sulla terra: sono tre facce di un’unica realtà che ci immerge: la Comunione dei Santi.

Gesù ci annunzia il Paradiso come banchetto sponsale, e ci assicura: “Chi mangia la mia carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna, e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6, 54), e l’Apostolo descrive questa risurrezione: Si semina corpo animale, risorge spirituale” (1 Cor 15,44).

L’Apocalisse, dopo aver rivelato la lotta scatenata da Satana contro la Chiesa, descrive la Città Santa, la Nuova Gerusalemme, come “Cielo nuovo e Terra nuova, adorna come una sposa, dimora di Dio con gli uomini: Egli sarà con essi e tergerà ogni lacrima dai loro occhi, né vi sarà più cordoglio né gemito. E Colui che siede sul trono dice: ‘Ecco, Io faccio nuova ogni cosa’ (Ap 21, 1s). “Il Signore Dio splenderà su di loro, gli eletti, ed essi vedranno il suo volto, e porteranno il suo nome sulla fronte” (Ap 22, 4s). E lo Spirito e la Sposa dicono: Vieni! (Ap 22, 17).

Gustiamo tutta la fierezza di appartenere alla Chiesa. Non ringrazieremo mai abbastanza il Signore di averci sottratti dal potere delle tenebre e trasferiti nel Regno del suo Figlio diletto (Col 1, 13). Amiamo la Chiesa e difendiamola dai suoi aggressori, e attingiamo dalla Chiesa la Grazia immensa che porta in Sé!

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