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Dove arriva Catramillo
Di Admin (del 05/03/2010 @ 14:56:31, in Dina Mite 2008, linkato 904 volte)

A Gerasa la legione dei demoni ha chiesto a Gesù di poter entrare nei porci, e i porci si misero a correre all’impazzata per gettarsi nel lago (v. Mt 8, 28s; Lc 8, 26s). Oggi i demoni non chiedono neppure il permesso a Gesù di gettarsi nei porci, perché folle immense di peccatori si mettono volontariamente a sua disposizione e lo invocano in aiuto. Sono migliaia e migliaia di pornografi in tutte le aree dello spettacolo, televisione, rotocalchi, riviste, pubblicità che fanno gara ad accumulare quattrini con la tecnologia dello scandalo. Sono migliaia di figlie di Eva che amano farsi fotografare senza foglie di fico, sono migliaia di servi di Mammona impegnati in incassi enormi mediante la grande industria dello scandalo: pornografia, prostituzione, orge d’ogni tipo. Socialisti, comunisti, massonerie e rivoluzionari in genere si servono della pornografia e della malavita organizzata per i loro luridi interessi (v. I padrini della pornografia, Piano Maltusiano, ecc.).

Si sa che Gesù con gli scandalosi non è tenero: “Guai a colui per la cui opera avvengono gli scandali: meglio è per lui se gli legano una macina da mulino e lo gettano nel mare, anziché scandalizzare uno di questi piccoli” (Lc 17, 1s).

Queste frotte di scandalosi, posseduti da Satana, corrono senza dubbio all’impazzata verso l’abisso di fuoco eterno che è l’inferno. Non occorre che Lo credano: credere è necessario per non andarci, non per andarci.

I demoni che tormentavano l’indemoniato di Gerasa erano legione (Lc 8, 30), come dissero a Gesù. Tra questi demoni c’era anche Catramillo, chiamiamolo così per non lasciarlo anonimo come diciamo milite ignoto, pensando al catrame: il catrame è il residuato della decomposizione, è sporco nero, ha odore nauseante e dove si appiccica non si riesce a lavarlo col sapone: tutte qualità di base dei demoni che infestano i volgari scostumati. Uno spirito immondo, insomma, che ama insozzare. Tale è pure quello della parabola della stanza spazzata.

La stanza spazzata

La stanza vuota ci illumina su un altro fatto spiegato da Gesù stesso:“Quando lo spirito immondo è stato fatto uscire dall’uomo, si aggira per luoghi deserti in cerca di riposo, ma non lo trova. Allora dice: ‘Ritornerò nella mia casa da cui sono stato cacciato’, e tornato in essa la trova disabitata, pulita, e adorna. Allora va, conduce con sé altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrati vi pongono dimora, in modo che la nuova condizione di quell’uomo diviene peggiore della prima” (Mt 12, 43s; Lc 11, 24s).

Il demonio può essere scacciato mediante l’esorcismo, e soprattutto mediante la confessione. Ma se l’uomo si accanisce a voltare le spalle a Dio, Dio lo rispetta, ma se ne va, e quell’anima rimane disabitata da Dio e addirittura pulita e adorna a disposizione dello spirito immondo e di altri spiriti peggiori di lui. San Macario ammonisce: “Guai all’anima disabitata da Cristo! E’ una nave senza timoniere, avvolta dalle tenebre in un mare agitato, sconquassata dagli spiriti maligni e destinata alla rovina” ( v. il magnifico sermone di San Macario, in Ubi Petrus).

E’ assai pericoloso vivere nel peccato! L’anima non abitata da Dio diventa facile dimora del demonio, il quale non può portare che guai. C’è ad esempio chi lamenta una disgrazia: “Perché questo incidente d’auto, questa caduta che ha rotto le ossa, questo bambino nato deforme, questo tradimento coniugale…?”. I mali possibili sono infiniti, e troppo spesso si bestemmia e si dice: “Dov’era Dio che ha voluto questo, che ha permesso questo?”. Dio ama l’uomo, lo rispetta, lo attende con pazienza alla conversione, non gode della morte del peccatore, ma che si converta e viva (Ez 18, 22), ma quando si dà adito al demonio, questi agisce da pari suo, da menzognero e omicida, non solo provocando dannazione e mali spirituali, che sono i peggiori, ma anche disgrazie terrene, che Dio permette perché il peccatore capisca e si converta, ma che il diavolo inasprisce istigando a bestemmiare, così che la condizione del peccatore diventa peggiore di prima.

“Sanate i malati”

Inviando gli Apostoli e i discepoli in missione, Gesù da’ sempre, come primo comando: “Nel mio nome scacciate i demoni”, aggiungendo poi “Guarite i malati e predicate il Vangelo” (v. Mt 10, 1s; Mc 3, 13s; 6, 7s; Lc 6, 13s; 9, 1s; 12, 31s; 10, 3s). Il modo più esteso e abituale di guarirci dalle malattie e da altri mali è quello di liberarci dal peccato e farci accogliere il Vangelo.

Pensiamo quanti mali sono diretta conseguenza del peccato. Quanti sono vittime della gola, che fa ingrassare, provoca scompensi cardiaci, scombina l’equilibrio ormonale, anticipa la morte! Osservavo come gran parte della gente è fisicamente sformata, e un bravo medico mi disse: “La gente oggi mangia troppo. Voi preti dovreste farvi promotori di una cultura diversa da quella seguita dalle masse: dovreste riportare alla sobrietà, cominciando col darne l’esempio voi stessi”.

I peccati prematrimoniali sono una pessima premessa alla nascita e all’armonia di una famiglia: con la facilità in cui molti fidanzati si concedono, si tradiscono nel matrimonio, divorziano, provocano malattie e scompensi nei figli. Alle Ghiaie di Bonate la Madonna, che si è presentata con Gesù Bambino e San Giuseppe come Regina della Famiglia, disse che molti bambini nascevano deformi per i peccati dei genitori.

Altrettanto si dica di tutti gli altri vizi e peccati: la lussuria, l’ira, l’alterigia, l’avarizia, l’invidia, l’accidia! Educandoci al dominio di sé, alla sobrietà, al rispetto, in una parola facendoci vivere il suo Vangelo, Gesù ci libera da una quantità enorme di malattie e di disgrazie provocate in noi da Satana mediante il peccato di ogni genere.

Data l’interdipendenza reciproca tra anima e corpo, i medici dovrebbero considerare l’influsso benefico della grazia di Dio sulla salute fisica e anche sulla bellezza del volto, mentre sono note le impronte indotte da passioni perverse e una esistenza disordinata. Il santo medico Giuseppe Moscati ai suoi ammalati dava spesso per cura una buona confessione. Una donna attribuisce la sua rara bellezza al fatto che non usa cosmetici e che ha il cuore colmo di amore per Dio e il prossimo. L’anima plasma il corpo dell’uomo.

 Satana non è bello

Satana è menzognero, è “padre della menzogna. Quando dice menzogne parla secondo la sua natura, perché in lui non c’è verità” (Gv 8, 44s). Ha ingannato i progenitori, e tutta la Scrittura documenta come egli è l’artista dell’inganno, e rende menzogneri coloro che lo servono. Trotzky ha dichiarato che il comunismo si è diffuso con “tonnellate di menzogne”. La rivoluzione francese, come tutte le altre che l’hanno seguita (russa, spagnola, cinese, vietnamita, ecc.), sono immancabilmente precedute e conservate da campagne di diffamazioni e falsità. Voltaire diceva: “Calunniate, calunniate: qualcosa resterà”.

La massoneria, gran loggia di Satana, domina la politica e si nasconde dietro istituzioni di beneficenze, e l’attuale gran maestro della massoneria italiana ha dichiarato, per consueto stile massonico, che la massoneria non c’entra con la politica, mentre si sa che il mondialismo politico è la sua ragione d’essere. Non a caso i promotori della rivoluzione sono specialisti della propaganda, e dove arrivano si impadroniscono dei media per sedurre i cervelli imbottendoli di falsità.

Satana è omicida (Gv 8, 44), e lo constatiamo in dimensioni massicce nelle rivoluzioni e guerre da lui suscitate, e nel martirio in atto molto più esteso che al tempo dell’impero romano: le vittime del comunismo, dell’Islam e di altre situazioni, non si contano più.

Da Robespierre a Lenin a Stalin fino ad oggi la rivoluzione inizia all’insegna del terrore: è il metodo più spiccio per soffocare reazioni e soggiogare i popoli. Quando Tito puntò alla conquista dell’Istria provocò il terrore delle foibe. Quando i partigiani comunisti tentarono di conquistare l’Appennino emiliano aggredirono d’improvviso con torture inaudite famiglie inermi. Il terrore fu programmato nei particolari per la conquista della Spagna (W. Carr, Pawns in the Game, cap. 15, ecc.).

Satana è ladro di anime da lui rapite a Dio, ma anche di beni terreni. Egli dirige gli affari dell’impero di Mammona facendo luccicare l’oro, e tramite il denaro ottiene che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, si facciano un marchio sulla mano e sulla fronte, e che nessuno possa comprare o vendere se non chi ha il marchio, il nome della Bestia e la cifra del suo nome: 666 (Ap 13, 16s).

Napoleone col pretesto di estendere la rivoluzione in Italia si impadronì di una enorme quantità di tesori e opere d’arte, e dove arrivava requisiva decine di migliaia di cavalli e altro bestiame, col pretesto che la guerra doveva essere finanziata dalle nazioni da lui “liberate”. Stalin dagli orrori indicibili della guerra di Spagna fece arrivare su tre navi settemila casse d’oro (Carr, cit., cap. 14). L’Apocalisse lo definisce gran seduttore dell’orbe abitato (Ap 12, 9). L’arte della seduzione è da lui maneggiata con maestria sofisticata, data dalla sua intelligenza satanica e dall’esperienza plurimillenaria. Sa trasfigurare se stesso in angelo di luce (2 Cor 11, 14), trasfigura la mela ad Eva facendola sembrare buona da mangiare, piacevole a vedersi e appetibile per acquistare conoscenza (Gn 3, 5), ed esercita un potere trasfigurante su ogni aspetto del peccato. Quanti fidanzati, invece di pregare Dio per una scelta che impegna la vita, sono sedotti dalle sirene della bellezza e pagano la propria stoltezza con matrimoni d’inferno!

La sua presenza oggi si rivela tale con una evidenza che impressiona, cominciando dalle università, le prestigiose cattedrali della stoltezza laica ostile alla Prima Verità, fino agli ambienti politici, sindacali, commerciali. Tutto nei loro incontri si svolge nella normalità, senza accorgersi che l’ispiratore sublime della mentalità di base e di molte iniziative è Satana, il principe di questo mondo, il quale oggi giunge perfino a farsi adorare come dio nelle messe nere, a mettere il proprio timbro simbolico sui centri mondialisti dell’informatica (il grande computer mondialista è chiamato La Bestia, e ha per chiave di apertura il simbolo 666).

Come principe di questo mondo (Gv 12, 31) si insedia nei centri del potere per esercitare più agevolmente il suo influsso malefico, e ha avuto perfino l’ardire di tentare Gesù mostrandogli i regni del mondo: “Lo trasportò sopra un monte altissimo, e mostratigli tutti i regni del mondo e la magnificenza loro, gli disse: ‘Tutte queste cose ti darò se prostrato mi adorerai’” (Mt 4, 8s).

E’ il programma del mondialismo massonico, che induce i capi degli stati a chiedere a Satana un aumento di potere per giungere presto al dominio planetario. La terza guerra mondiale è già decisa: si attende solo l’occasione per accenderla, e questo avverrà come un lampo.

Criteri di discernimento

 La Scrittura ci istruisce sui suoi metodi di seduzione, e Gesù ci ha dettato il principio fondamentale del discernimento: dai frutti si giudica l’albero (v. Mt 7, 16). Sant’Ignazio, maestro del discernimento spirituale, commenta che Satana lo si ravvisa nella sua coda serpentina, ossia negli effetti malefici che lascia nell’anima e anche nel corpo.

Stupisce il vedere come le masse, che hanno ancora negli occhi il ricordo dei mali immensi provocati da guerre, rivoluzioni e sconvolgimenti della natura, vengano sedotte così supinamente dai maestri della menzogna.

Il demonio fin dalle origini dell’uomo è riuscito perfino a persuadere i popoli a offrirgli sacrifici umani, praticati in tutto il mondo antico, e di cui restano testimonianze nei tofet di Sulcis in Sardegna, nelle piramidi azteche e in tanti altri reperti, orridi sacrifici riattivati dai satanismi di oggi, e sarebbe un guaio enorme per noi se Gesù stesso non ci avesse aperto gli occhi con la sua parola evangelica.

Dobbiamo tuttavia tener presente che il possesso peggiore di Satana non è tanto la possessione, subita anche da santi, ma lo stato di peccato, che conduce all’inferno per l’eternità. Gesù ci avverte: “Non temete coloro che uccidono il corpo, ma piuttosto colui che può gettare anima e corpo nella Geenna” (Mt 10, 28).

“Chi fa il peccato è schiavo del peccato”(Gv 8, 34), e solo Gesù, che interviene come più forte di Satana (v. Lc 11, 22s ), può disarmarlo e liberarci.

Ecco le regole di discernimento sull’azione demoniaca.

Come discernere

L’azione di Dio in noi si svolge nella parte più forte di noi stessi, che è lo spirito, e se Dio vuol ottenere qualcosa da noi, illumina la nostra intelligenza e dissipa gli intralci alla volontà; Satana invece fa leva sui lati deboli dell’uomo: la sensibilità, la fantasia, l’emotività, la stanchezza. Tenta Gesù nel momento in cui è sfinito dal digiuno nel deserto: “Di’ che queste pietre diventino pane” (v. Mt 4, 3s ).

Gesù ci avverte: Vegliate e pregate, per non cadere nella tentazione, perché lo spirito è pronto, ma la carne è debole (Mt 26, 41).

Per farci cadere, Satana agisce come un condottiero che esplora una fortezza per cercarvi i lati più vulnerabili: c’è chi è più fragile per l’ira o l’impurità, l’accidia, l’invidia. L’Apostolo ci avverte che circuisce come un leone ruggente cercando chi divorare, ed esorta di difenderci con l’arma della fede (1 Pt 5, 8).

Satana seduce mediante la confusione, come la seppia che si nasconde dietro una cortina fumogena. La dottrina evangelica è limpida, ma il buon seme viene soffocato dalle gramigne della mentalità mondana in cui viviamo. Il sottofondo culturale mondano condiziona profondamente la nostra mentalità: è la zizzania che soffoca il buon grano. L’azione di Dio in noi è segnata da semplicità e chiarezza, le dottrine del nemico appaiono sofisticate, verbose, complicate.

Dio, che è Verità, propone cose serie e consistenti, Satana cose false: si trasfigura in angelo di luce. La sua vastissima seduzione delle intelligenze è documentata dal fatto che raggira l’intelligenza degli intelligenti in modo che essi, per un po’ di effimera gloria mondana, giochino l’eternità.

“E’ proprio dell’angelo cattivo, che si trasforma in angelo di luce, insinuarsi con pensieri conformi all’anima giusta, e poi a poco a poco trascinarla nei suoi inganni occulti e intenzioni perverse. Dobbiamo molto osservare il corso dei pensieri, se l’inizio, il mezzo e il termine è tutto buono e tende pienamente al bene. Se il corso dei pensieri termina in qualche cosa cattiva o meno buona, e infiacchisce e turba l’anima, è chiaro che procedono dal cattivo spirito” (S. Ignazio, Esercizi 333).

La sua forza è la debolezza dell’uomo. Satana è un cane legato, che non può nulla se non lo si avvicina in modo avventato, e non entra nelle cose del mondo se non mediante l’uomo. Se l’uomo è spiritualmente forte e lo respinge, se ne va, altrimenti “non c’è bestia tanto feroce quando il nemico dell’umana natura nel proseguire il suo maledetto disegno” (S. Ignazio, Esercizi 325).

“Si comporta come un falso amante che vuole rimanere occulto e non venire scoperto…Vuole che le sue suggestioni siano tenute in segreto, ma quando l’anima le scopre a un buon confessore, gli dispiace assai”, perché prevede di non potere raggiungere il suo intento malvagio (S. Ignazio, Esercizi 326). Per irretire le anime nei suoi intenti, il demonio diffama la Chiesa e i suoi sacerdoti in modo che gli ignoranti non vengano istruiti e i peccatori non si accostino ai sacramenti della salvezza, non sappiano perché vivono, non pensino alla sorte eterna, vivano nell’ignoranza e nel peccato.

Dai frutti si giudica l’albero. E’ bene tener presente l’istruzione dell’Apostolo sui frutti dello spirito e i frutti della carne, che è il terreno preferito da Satana per i suoi intenti malvagi. “Procedete secondo lo spirito e non appagherete le voglie della carne, perché la carne ha voglie contrarie a quelle dello spirito e lo spirito a quelle della carne: c’è opposizione radicale tra loro, affinché non facciate ciò che volete.

Opere della carne sono fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, malefizi, inimicizie, contese, gelosie, ire, caparbietà, discordie, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose simili a queste, che chi le commette, come già vi ho avvertito, non parteciperà al regno di Dio.

Frutto invece dello spirito è carità, gioia, pace, pazienza, affabilità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza…Coloro che appartengono a Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue voglie. Se viviamo secondo lo spirito, seguiamo come norma lo spirito” (v. Gal 5, 16s).

Non dimentichiamo quindi l’ammonimento dell’Apostolo: “Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere agli assalti del diavolo, poiché non abbiamo da lottare contro la carne e il sangue soltanto. La nostra lotta si svolge contro i principati e le potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti maligni sparsi nell’aria. Prendete dunque l’armatura di Dio così che possiate tener fronte nel giorno cattivo, e dopo aver messo tutto in opera restare saldi in piedi… Impugnate lo scudo della fede, col quale potete estinguere i dardi infuocati del maligno. Prendete l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio” (Ef 6, 10s).

Ma come difendersi da Satana, se contro tutte le affermazioni della Scrittura lo si considera solo come mitizzazione del male? L’astuzia peggiore di Satana è di far credere che egli non esista. E tuttavia molti si rivolgono a lui ricorrendo a ogni specie di maghi e fattucchieri che realizzano il detto evangelico: “La condizione dell’uomo diventa peggiore”.

Il ricorso all’esoterismo di maghi e simili è oggi un’epidemia sociale. Se ne fa pubblicità in tutta l’area dei media, televisione, internet, rotocalchi, ecc.: basta aprire un elenco telefonico per averne foto e recapiti. E’ un mondo di affari gestiti da Satana, il quale può dare all’inizio un contentino, ma seguito ben presto da mali di cui persone e famiglie fanno grande fatica a liberarsi. Neppure l’esorcismo ha efficacia se non ci si converte ricorrendo al sacramento della confessione.

La Scrittura non dice invano: “Non deve trovarsi in te chi pratica la divinazione, il sortilegio, l’augurio, la magia, chi fa incantesimi, chi consulta uno spirito o l’indovino, chi interroga i morti. Poiché è in abominio presso Dio chi pratica cose simili” (Dt 18, 10s).