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Indietro, Pastori! Avete sbagliato tutto!
Di Admin (del 05/03/2010 @ 11:32:16, in Dina Mite 2009, linkato 1184 volte)

Il culto eucaristico, come è oggi ridotto, rischia il dissolvimento. Lo si vede dagli innumerevoli abusi che si verificano ormai nell’intera cristianità. Siccome la responsabilità ricade su di voi pastori, perché la gente ha obbedito ai vostri ordini, ci chiediamo: come mai sotto la copertura dell’obbedienza, talvolta richiesta con abusi autoritari come l’ordine di emarginare i tabernacoli non motivato da alcun documento ufficiale, è avvenuto tanto sfascio?

Un santo Padre Pio non avrebbe mai consentito alle riforme da voi imposte, perché era santo, come tanti altri che oggi piangono con lui. A chi gli chiedeva come mai la sua celebrazione del Sacrificio Eucaristico durasse così a lungo nonostante i dolori delle stimmate, il santo rispondeva: “Quando celebro sono appeso con Gesù sulla croce”. “Egli sapeva che il celebrante era Cristo stesso appeso in croce, mentre lui era il suo ministro.

Pensano così quelli che celebrano rivolti all’assemblea, distratti da chi entra e chi esce, preoccupati di compiacere i presenti con omelie passabili? E’ un aspetto che fa rimpiangere la celebrazione rivolta al Crocifisso, come auspicava il card. Ratzinger nel suo volume Lo spirito della Liturgia.

Ma quale santo avrebbe consentito al trattamento attuale dell’Eucaristia? Francesco di Sales, in visita al duomo di Milano in costruzione, a chi gli chiedeva se avesse visto tanta profusione di marmi rispose: “Che volete? La presenza di Gesù nel Tabernacolo ha talmente assorbito il mio spirito, che è scomparsa ai miei occhi tutta la bellezza dell‘ arte”.

Non c’è santo che non attingesse la sua forza dall’Eucaristia: ricordiamo Caterina da Siena che entrava in estasi con l‘anima più unita a Gesù che al proprio corpo. Ricordiamo Francesco d’Assisi che passava notti intere in adorazione, fino ai santi più vicini a noi, come Giovanni Eudes, Pier Giuliano Eymard, il Cottolengo, Giovanni Bosco, Gemma Galgani, e tanti, tanti altri.

Padre Pio non avrebbe certo scambiato gli inginocchiatoi con le poltrone, dato il suo forte senso della presenza di Dio. Non avrebbe dato la Comunione nelle mani, sapendo dove vanno a finire molte ostie consacrate. Non avrebbe ingombrato la Messa con riti distrattivi, come lo scambio della pace prima della Comunione, e dopo di essa con avvisi, canti e chitarrate o peggio (danze in calzamaglia, clown ecc.) per impedire un minimo di ringraziamento. Non avrebbe banalizzato così sacrilegamente il culto eucaristico, come ormai avviene dappertutto, salvo rarissime eccezioni.

Come mai è avvenuto tutto questo?

Non capite, pastori, che l’Eucaristia è il cuore pulsante della Chiesa? E’ Gesù nel tabernacolo il suo timoniere sino alla fine dei tempi, il suo Pane quotidiano, la sua Luce! Non capite che la Chiesa è Gesù Eucaristia che unisce a Sé i credenti per farne veri adoratori che adorino Dio in Spirito e verità!

Si sa che è stata una astuta infiltrazione massonica anche ai vertici dell’alto clero: è inutile nascondere questa realtà ormai di pubblico dominio con nomi e cognomi ben documentati. E’ stato pubblicato un documento di prelati che lavoravano alla dipendenza della massoneria per ribaltare i seminari. Che sacerdoti possono uscire da seminari disastrati da teologie frammentarie e infette di modernismo?

Da tanti anni il disegno massonico di distruggere la Chiesa è noto, e il primo attacco riguarda appunto l’Eucaristia: tolta l’Eucaristia anche le maestose cattedrali del nord sono ridotte a profonde prospettive di morte. Con la strategia di Quinto Fabio Massimo, il Temporeggiatore, l’operazione è conclusa: la fede nella Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia è in crisi di estinzione, e non sono soltanto i bambini a prendere l’Ostia nelle mani come un biscottino rituale privo di sapore.

Ma i pastori? La massoneria ha potuto contare e conta ancora molto sulla loro ignobile omertà. Che cos’è avvenuto in questi Vescovi, Preti, Consacrati?

Se fossero stati santi, la dissacrazione non sarebbe stata possibile. E’ avvenuta quella profonda crisi di fede chiamata progressismo, che in radice è umanesimo ateo. Ha preso le mosse dalla nuova esegesi, che ha dissolto la credibilità del Vangelo, e il resto è venuto da sé. L’attuale trattamento dell’Eucaristia è la documentazione inoppugnabile della mediocrità intellettuale e spirituale di gran parte del clero di oggi, quella che si è imposta sul resto riportando una vittoria contagiosa. Molti pastori sono privi di difese immunologiche spirituali.

Il dissolvimento dottrinale ha messo i pastori sul piano inclinato della mediocrità. Solo un sacerdote mediocre si permette di celebrare il Sacrificio Fucaristico con l’Eucaristia alle spalle, oppure di emarginare il tabernacolo, di trascurare le genuflessioni, di affidare l’Eucaristia a mani sacrileghe. E poi, cosa facciamo, reverendi Pastori, per arginare il dilagare delle Comunioni sacrileghe? E non è l’affievolirsi del doveroso timore di Dio a dissolvere il senso morale delle masse e la perdita della Fede? Diciamolo chiaro: la massa dei consacrati, fatte le debite eccezioni, è caduta nella tiepidezza, esponendosi alla condanna di Cristo: “Conosco le tue azioni. So che non sei nè freddo nè fervente. Fossi tu freddo o fervente. Ma siccome sei tiepido, nè fervente nè freddo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3, 15s).

Effetto scontato della tiepidezza è la perdita del discernimento spirituale:

Gesù consiglia di comprare da Lui stesso il collirio da spalmare sugli occhi per vederci (Ap 3, 18).

Come i farisei. Molti tra i pastori sono diventati ciechi e guide di ciechi. Non ci vedono più!

Gesù si lamenta: “Nell ‘Eucaristia, che Io vi ho donato a prezzo della mia morte in croce, voi vedete un semplice simbolo di umana condivisione, di solidarietà, come usate dire (anche i ladri sono solidali nel rubare!), e non il Pane che dà la Vita divina: ‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in Me, e Io in lui. Come il Padre il Vivente, ha mandato Me e Io vivo per il Padre, così pure chi mangia di Me vivrà per Me’ (Gv 6, 57s)”. Avete tolto di vista l’Eucaristia relegandola in un cantuccio per mettere bene in vista voi stessi! Ma siete davvero così belli? Prima Cristo vi accreditava come suoi rappresentanti, alla luce del candelabro dalle sette fiamme, i sette doni del suo Spirito. Oggi siete voi ad accreditare voi stessi, ma Cristo vi dice: “Non vi conosco! Via da me, voi tutti operatori di iniquità” (Lc 13, 25s).

E non è la peggiore iniquità quella dell ‘uomo empio, figlio della perdizione, l’avversario che si innalza al di sopra di quanto è chiamato Dio fino ad assidersi nel tempio di Dio (2 Ts 2, 3s), sul seggio riservato all’Altissimo?

Voi vi vergognate dell’umile talare di Cristo e preferite presentarvi in maniche di camicia ad assolvere ciò che Cristo non assolverebbe mai.

Voi superiori religiosi, così poco significativi, dissolvendo il Sacerdozio togliete il fondamento giuridico degli istituti sacerdotali e annullate il diritto all’obbedienza dei sudditi. Come possiamo avere stima e fiducia in voi?

Un Vescovo chiama i giovani di Taizé a dare testimonianza di fede nella sua diocesi: che testimonianza di fede possono dare se non credono nell’Eucaristia? E perché invece non ha mandato un centinaio di giovani adoratori della sua diocesi a Taizé a dare testimonianza di come si crede e sia adora? Ma crede ancora nel Vangelo questo Vescovo? Questo ecumenismo, che dà di volta al cervello di pastori mediocri, è un altro frutto della pochezza intellettuale e della tiepidezza di certi pastori dimentichi dell’intera Scrittura.

Che senso rimane agli altri aspetti del culto eucaristico?

L’adorazione, la benedizione eucaristica, le processioni, il Viatico?

Come auspicava un prete massone del secolo scorso, il sacerdote annunzia urbi et orbi la grande rivoluzione: il prete cessa di benedire per farsi sindacalista e imprenditore sociale. Siamo davvero lontani da questa metamorfosi satanica, se osserviamo tanti preti d’oggi che disertano il confessionale per organizzare passatempi e cene comunitarie meno faticose ed economicamente più redditizie di un’ora di adorazione?

Gesù ammonisce: “Se il sale diventa scipito, con che si renderà il sapore? A nidi ‘altro vale che essere buttato via e calpestato dagli uomini” (Mt 5, 13).

E molto clero è tale. Con che cosa si salerà? Il mondo è pieno di tutto, ma va inesorabilmente alla deriva: senza il Sacrificio Eucaristico di Cristo come farà ad affrontare la guerra mondiale che minaccia la distruzione dell’intero pianeta?

La riforma del culto eucaristico non dipenderà tanto dai sinodi o dalle adunate presbiterali, ormai soggette a divergenze di opinioni anche su cose sostanziali. E neppure dai saggi interventi del Magistero: vediamo come sono inascoltati, e come decisioni indifferibili vengono dissolte al momento in cui vengono alla luce. La santità della Chiesa dipenderà dalla santificazione del clero.

Dateci un clero santo, e i tabernacoli torneranno al loro centro.

Dateci un clero fervente, e l’Eucaristia sarà ricevuta in ginocchio.

Dateci un clero che abbia il senso vivo della Maestà di Dio, e i segni dell’adorazione rifioriranno come si deve.

Il decadimento del culto encaristico nasce dalla banalizzazione dei segni. E’ male facilitare tutto all’inverosimile perché tutti si accostino a ricevere il Signore. Avviene ciò che dice l’Apostolo: “Chi mangia e beve senza far distinzione di tal Corpo, mangia e beve la propria condanna. Perciò tra voi molti sono ammalati e infermicci, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11, 29s). Non sono minacce vuote: gli esempi si moltiplicano tra gli stessi sacerdoti.

Non abbiamo timore di mancare del rispetto dovuto al clero. Molto clero ha tradito Cristo e la sua Chiesa, e continua a tradire anche noi. La correzione di chi sbaglia, e sbaglia in misura così tragica, non è un lusso: è un dovere. Diciamo senza mezzi termini ai nostri Vescovi, ai nostri Sacerdoti e ai Consacrati: “Avete sbagliato tutto! Tornate indietro! Convertitevi e credete al Vangelo!

Dina Mite

Devi parlare in chiesa? Non provocare un’acclamazione popolare, ma lacrime. Le lacrime di chi ti ascolta sono il tuo elogio più bello. E bada che un sacerdote deve dare sapore alla sua predica leggendo la Scrittura. Non ti voglio sentire acclamare, abbaiare, cianciare a vuoto, ma devi essere profondo in teologia e bene aggiornato sui misteri del tuo Dio. E’ proprio da ignoranti suscitare l’ammirazione verso di sé da pane del popolo incompetente con artifizi di parole e col parlare di corsa. Solo una faccia di legno può mettersi a spiegare ciò che non sa, e dopo d’aver indotto gli altri a crederci, autoconvincersi d’essere un pozzo di scienza. Non c’è cosa più facile che incantare il basso popolino privo d’istruzione con un discorso retorico, dato che esso, quanto meno capisce, tanto più ne è ammirato.

San Girolamo, Lettera al sacerdote Nepoziano, da Bettlemme anno 394, Vol. 1°, p. 436.