Oggi viviamo in un clima di buonismo. Vediamo come cade la distinzione tra il bene e il male, il male viene perfino esaltato, propagato alla TV come l’aborto, il divorzio, l’eutanasia, la pornografia, dando risalto ai delinquenti, aggredendo la Chiesa e i suoi santi, diffondendo altre religioni e perfino il culto di Satana.
Il buonismo, divulgato anche da preti che dicono che l’inferno non esiste, o se esiste è vuoto, giunge a farci pensare che Dio è buono, perdona tutto, chiude un occhio su tutto, anzi non ha più occhi, non esiste più. Poi ci si lamenta che egli non interviene a impedire le alluvioni, i terremoti, le ingiustizie umane. Non ha detto un parroco per il terremoto: “E Dio dove era?”.
Quando sentiamo dire che Dio è buono, dobbiamo pensare che Dio è buono sul serio, fino in fondo, e il male non può vederlo, non lo vuole nel modo più assoluto. Egli vuole che nel mondo l’uomo eserciti la sua libertà, e la rispetta al punto che se uno vuol bestemmiarlo per tutta l’eternità lo lascia libero di farlo. L’inferno è la prova suprema che Dio rispetta la libertà umana.
Ma Dio è buono ed è talmente giusto, che ci ha garantito un luogo dove il male non può entrare e non entrerà mai: il Paradiso. Prima di entrarvi, però, bisogna pagare le pene fino all’ultimo spicciolo: è il Purgatorio, che fa passare ogni peccato veniale attraverso il fuoco.
Dio è talmente giusto che ha creato il Paradiso, il purgatorio e anche l’inferno. Non dimentichiamo queste realtà che ci toccano in persona come novissimi, ossia cose ultime che chiudono la nostra vita.
Gesù è talmente buono, che il male non può volerlo nel modo più assoluto. Pensiamo a ciò che ci ha detto: “Dovrete rendere conto di ogni parola oziosa che avete detto”. “Se uno dice al suo fratello stupido, passerà attraverso il fuoco”. “Se uno scandalizza un piccolo, è meglio per lui che gli sia legata una macina al collo e sia gettato in mare”: è meglio che sia ucciso, perché avrà il peggio.
Vi è stato detto “Occhio per occhio e dente per dente, ma io vi dico guai se non perdonerete: neppure il Padre vi perdonerà”.
Perdona non sette volte, ma settanta volte sette: però non perdona chi non si pente. Non può, perché fascerebbe la piaga senza togliere il cancro. Perdona convertendo. Dà la grazia di pentirsi.
Gesù non è buonista, è giusto: il suo parlare è sì sì, no no, il di più è dal maligno. Simeone lo presenta come segno di contraddizione che sarà salvezza ma anche rovina di molti. Giovanni lo annunzia come uno che tiene il setaccio per separare il grano dalla pula.
Quindi Dio è buono perché è giusto, non confonde il bene col male, ma ci aiuta a distinguere, a purificare il cuore. E il male lo castiga, anche in questa vita: certe malattie, certi incidenti, certi colpi di frusta Dio li manda perché l’uomo capisca e si corregga. La Scrittura parla di padre che ama il figlio e lo corregge.
Lo vediamo nelle letture di oggi: cosa dice ai sacerdoti? Fa complimenti?
E ai farisei?
Non vuole maschere, non ammette sovrastrutture: vuole la verità, perché Lui è la Verità.