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Gesł oggi: i Mistici
Di Admin (del 08/03/2010 @ 14:09:04, in Dina Mite 2009, linkato 2397 volte)

Da "una figura di aspetto d'uomo" avvolta di luce misteriosa, il profeta Ezechiele si sentì portato all'interno del tempio di Gerusalemme. "Entra - gli disse - e osserva le grandi abominazioni commesse dalla casa di Israele".

Il profeta si vide innanzi agli occhi figure di rettili e animali che richiamavano i simboli egiziani. Ad esse settanta anziani elevavano incenso anche dalle proprie stanze segrete. Poi Ezechiele vide donne che piangevano di fronte all'idolo Tammuz, e uomini che voltavano le spalle al santuario di Dio per prostrarsi a divinità orientali, e il tempio di Dio riempirsi di idolatri che onoravano divinità pagane di varie popolazioni.

Proprio dal tempio di Dio avevano origine nefandezze e violenze diffuse nel paese. Una voce potente intimò a sei esseri misteriosi di fare strage nella città, cominciando dagli anziani, e risparmiando solo coloro che erano segnati dal "Tau" per i loro gemiti sulle malefatte degli idolatri (v. Ez 8 e 9).

Non è forse l'immagine di Assisi, dove i sacerdoti di Cristo hanno posto il velo sul Crocifisso, capolavoro della Sapienza di Dio e unica salvezza del mondo, per accogliere le religioni false e dissidenti a onorare i propri demoni? Che unione può esserci tra Cristo e Belial (2 Cor 6, 15), tra religioni radicate nel germe demoniaco della divisione?

I segnati dal Tau

Nell'apostasia di Israele provocata dai profeti di Baal, Elia chiese la risposta del popolo: "Fino a quando andrete barcollando tra due contrari? Se il Signore è il vero Dio, seguite lui, se invece è Baal, andate dietro a lui" (1 Re 18, 21). E dopo l'eccidio dei quatrrocento cinquanta profeti di Baal, Elia si lamentò con il Signore di essere rimasto il solo vero profeta; ma Dio lo rassicurò: "Mi serberò in Israele 7000: tutte ginocchia che non si sono piegate a Baal e tutte bocche che non lo hanno baciato" (1 Re 19, 17).

Anche nei momenti di grande apostasia Dio si riserva sempre un piccolo gregge di fedeli che non si piegano ai venti della seduzione. Non fa leva sui molti, ma sul piccolo "resto" di coraggiosi decisi a battersi come i trecento valorosi di Gedeone (v. Gdc 7, 1s).

Alla fine dei tempi gli eletti saranno coloro che vengono dalla grande tribolazione, che hanno lavato le loro vesti imbiancandole nel sangue dell'Agnello (Ap 7, 13). Solo i segnati dalla Croce entrano nel regno dei Cieli: "Se uno non porta la croce, non può essere mio discepolo" (Lc 14, 27) ci dice ancora oggi Gesù. I veri cristiani sono segnati dal Tau salvifico del Nuovo Testamento, che è la croce di Cristo, scandalo per i giudei e stoltezza per i gentili, ma per noi potenza di Dio e sapienza di Dio (1 Cor 1, 22s).

Tutta la Scrittura conclama l'assurdità di un accordo tra Cristo e Belial (2 Cor 6, 15), e l'Apostolo esorta: "Non voglio che abbiate comunione con i demoni: non potete bere del calice del Signore e del calice dei demoni. Non potete partecipare alla tavola del Signore e alla tavola dei demoni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore? Siamo noi più forti di lui?" (1 Cor 10, 20).

Coloro che sono segnati dalla Croce sdegnano simili compromessi, anche se vengono dai nostri pastori. La diffida più energica è venuta da coloro che sono più profondamente segnati dalla Croce: i mistici. Chi sono questi mistici?

I mistici oggi

1. Oggi si parla del ritorno di Cristo. Che senso ha tale ritorno? Lo abbiamo chiesto ai più chiaroveggenti mistici del nostro tempo, il prof. +M, e +I, che hanno risposto: "Non si tratta di un ritorno come la nascita di Gesù a Betlemme, e neppure deve intendersi come una normale presenza spirituale, ma di una estensione del fatto mistico", ossia di quella presenza profetica misteriosa, mediante la quale Gesù si fa voce viva nella situazione attuale. Poi +I ha aggiunto quanto le ha fatto vedere Gesù stesso: nel mondo si è accesa una luce, poi una dopo l'altra numerose luci finché tutto ne fu illuminato.

Gesù parla ai credenti mediante il Magistero infallibile della sua Chiesa, ma parla anche tramite i Mistici, che sono i suoi prediletti, più profondamente partecipi del suo mistero. In essi parla, diremmo, "a tempo reale", ossia si fa presente alla sua Chiesa comunicando nell'attualità storica i suoi pensieri, i suoi segreti, la sua volontà, a persone da lui elette e favorite da doni mistici particolari, come la veggenza spirituale (più profonda di quella sensibile delle apparizioni), la partecipazione alla sua Croce, i vari gradi dell'unione mistica. I mistici insomma sono Gesù oggi, che parla alla sua Sposa, la Chiesa, delle necessità del presente, sempre nell'ambito della Rivelazione tradizionale, perché Cristo è ieri, oggi e sempre (v. Eb 13, 8), e le sue parole non passeranno (Mt 21, 35).

2. Oggi i mistici non sono una sola voce, ma sono diventati un coro. Ci troviamo di fronte a un fatto nuovo: una costellazione di mistici concordi nel profetare i mali del mondo e della stessa Chiesa, il rinnovamento promesso da Gesù e dalla sua santissima Madre ("Alla fine il mio Cuore trionferà"), e anche a denunziare certi sbandamenti attuali, quali l'incontro di Assisi come gravissima offesa al vero Dio Uno e Trino e a Gesù, abbassato al livello dei falsi dei; un'offesa alla Chiesa, messa a tacere la Verità, un'onta ai cristiani emarginati per il loro atteggiamento critico; un'offesa ai dissidenti e ai pagani bisognosi di conversione. Come i farisei, molti pastori di oggi si sono impadroniti della chiave della scienza, non entrandovi loro e impedendo agli altri di entrarvi (v. Lc 11, 52).

3. I mistici non sono al di sopra del Magistero, ma sono inviati da Gesù stesso a richiamare al Vangelo, ad arricchire la conoscenza della Fede con la loro visione più acuta delle realtà soprannaturali.

In questa epoca di smarrimento degli stessi pastori, Gesù suscita i mistici per purificare la sua aia e riportare gli stessi pastori sulla retta via, la via della croce, fuori della quale non c'è salvezza.

Occorre tener presente questa duplice realtà perenne della Chiesa: Gesù vi ha posto i pastori per pascere il gregge di Dio, ma anche i profeti per richiamare alla sana dottrina evangelica.

I mistici "sanno"

Dio disse ad Abramo: "Nasconderò io ad Abramo ciò che sto per fare... Lo informerò, perché egli dia ordine ai suoi di mantenersi nella via del Signore" (Gn 18, 17s). E anche Gesù ha i suoi confidenti prediletti. Ricordiamo:

Gesù si turbò nell'intimo, e disse: "In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà". I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei suoi discepoli, quello che Gesù prediligeva, stava a mensa presso il seno di Gesù. A lui allora fa cenno Simon Pietro dicendogli: "Domandagli di chi parla". Ed egli, chinatosi dove era sul petto di Gesù, gli chiede: "Signore, chi è?". Gesù gli risponde: "E' colui al quale io intingerò un boccone di pane, e glielo porgerò" (Gv 13, 21s). E così fece, richiamando il traditore mediante un segno di amicizia.

Giovanni è il discepolo prediletto che ha scrutato le profondità del Cuore di Gesù. E' colui che ne ottiene le confidenze, per informarne anche Pietro, il capo della Chiesa. Anche i mistici sono i prediletti del Cuore di Gesù, ne ottengono le confidenze per aiutare la Chiesa nei momenti difficili. Ricordiamo la missione di Caterina da Siena, Teresa d'Avila, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola, don Bosco e altri grandi mistici.

(...)

Nel cuore della Chiesa

I mistici sono in Gesù il cuore della Chiesa: pregano, offrono, soffrono per dare compimento nella propria carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo per il bene del suo corpo, che è la Chiesa (v. Col 1, 24) . Ognuno ha una sua particolare fisionomia e una missione specifica, secondo 1 Cor 12 ecc. Nei suoi doni Dio non si ripete!

I mistici possono essere di diversa levatura culturale, ma il dono di Dio si insedia nel cuore portando una singolare purezza di fede. Spicca in essi il dono della sapienza. In questo clima di modernismo i mistici sono una barriera di discerimento spirituale che non lascia spazio a errori di cui. molti sacerdoti e perfino vescovi sono contaminati in maniera più o meno consapevole.

Pensiamo al trattamento dell'Eucaristia, dove il modernismo sta provocando un dissolvimento generale del senso della Presenza Reale. I mistici sono esemplari di adorazione, di unione con Dio, di preghiera. Sono il dono più grande fatto alla Chiesa di oggi, in preda allo smarrimento spirituale più distruttivo di tutta la sua storia.

Gesù sta operando un grande rivolgimento, come dice +I: intorno a una luce mistica se ne accenderanno gradatamente altre, fino a invadere l'intero orizzonte della Chiesa: sul popolo giacente nelle tenebre e nell'ombra della morte si innalza una gran luce (v. Is 8, 23s; Mt 4, 16). E' Gesù che avanza a rinnovare la sua Chiesa portato sul lucerniere dei suoi mistici!

Il dono mistico è segnato da alcune caratteristiche costanti.

- Anzitutto l'amore alla Madre di Dio, amore robusto, teologicamente saldo, senza sdolcinature di moda. Maria, che ha sostenuto Giovanni ai piedi della Croce, è l'abituale "Mediatrice" del dono mistico. E' manifestato in tutte le sue espressioni.

La vita mistica di +I ha inizio con l'apparizione della Madonna quando non aveva ancora tre anni.

La Vergine dice a +M: "Tu sai che ho ottenuto il miracolo delle nozze di Cana: sta' tranquillo" (17.3.70). E un altro giorno, dopo la Comunione, gli dice: "Nessuna creatura qui sulla terra potrei stringere con più amore, perché qui c'è Gesù" (15.8.88).

In altri casi la Madre di Dio assiste i suoi mistici sofferenti come Gesù sulla croce, oppure mette tra le loro braccia il suo Bambino.

- I mistici sono dei crocifissi. La singolare unione con Gesù conferisce al mistico una profonda configurazione con Lui mediante il suo Spirito di Verità e di Amore, quindi è caratteristica del mistico la purezza di Verità e di Carità. I mistici sono oro purificato sette volte nel crogiolo del sangue di Cristo. Il dono mistico si sviluppa in direzione globale del carisma migliore (1 Cor 13, 13).

Per questo, come Gesù, i mistici sono segno di contraddizione (Lc 2, 34), in urto con la mentalità mondana. Si comprende come il vero mistico crea problema anche all'interno della Chiesa, perché suscitato da Dio per raddrizzare le vie tortuose (Lc 3, 5). Oggi sono decisamente sul versante antimodernista, dato che il modernismo non è solo eresia, ma apostasia dalla fede. Sono schierati contro la superficialità nel culto eucaristico, contro l'ecumenismo livellatore, che costituisce una gravissima offesa a Gesù, che ci ha salvati a prezzo del suo sangue. Sono le antenne sensibili ai segni dei tempi, ma sempre nella rigida fedeltà alla fede tradizionale.

- I mistici sono adoratori eucaristici solidi, molto sensibili alle storture indotte dal modernismo e dalla superficialità.

Il diario del professor +M è ricco di episodi molto significativi sull'Eucaristia: essa è il perno intorno al quale gravita tutta la sua giornata. Gesù gli disse: "Vieni presto al mattino: se tu sapessi quanto ardo di averti qui presto! Vieni alla prima Messa, e oggi sii di buona volontà! Non atto, non pensiero che non passi attraverso di me" (11.6.55). "Sii con me l'intera giornata in preparazione: ho da dirti un segreto del mio Cuore" (20. 4.56). Un giorno fu svegliato dalla voce forte dell'Angelo: "Svegliati, preparati: stamane andiamo in chiesa prima". Dopo la Comunione scrive: "O Gesù, Luce immensa! Oh, grazia infinita. O Amore senza limiti, quanto ti amo! Cammino con te, mi muovo con te, vivo con te!" (9.5.56).

Gesù si lamenta con lui: "Quanti mi trattano male in questo Sacramento di Amore! Mi ricevono per farsi vedere. Mi ricevono pensando ai fatti loro, o dicendo le preghiere con le labbra. Stammi vicino: Io Amore ho bisogno del tuo piccolo amore" (26.4.64).

Scrive ancora +M: "Stamane verso le sei ho sognato due Angeli luminosi che portavano due candelabri e levavano voci di lodi a Gesù nell'Eucaristia, che in una pisside luminosissima procedeva con loro. La voce forte mi chiamò: 'C'è Gesù! Svegliati e preparati, che stamane andiamo in chiesa prima'. Cominnciai a pregare, ma Gesù era così vicino e già parlava. In chiesa comunicavano al principio della Messa, e mi gettai con Gesù a ricevere Gesù! Oh, Luce immensa! Oh, Grazia infinita! Oh, Amore senza limiti del mio Gesù, quanto ti amo!" (9.5.56).

Un giorno durante la Messa +M si distrasse pensando alla lezione di scuola che doveva tenere: l'Angelo gli apparve severo, dicendo: "Come ti permetti?".

Il profondo rispetto per l'Eucaristia non gli consentiva di riceverla sulla mano, e un giorno nota di aver ammonito un sacerdote a non darla così (15.8.88). Non conosco mistici che ricevano la Comunione nelle mani.

Dopo aver partecipato a una prima Comunione, è costretto a dire al celebrante: "Gesù disapprova le canzoni con i campanelli e lo spirito di comunità che ha improntato la celebrazione del suo Testamento di Amore" (19.4.84).

Rimasi stupito quando un mio confratello, uomo assai stimato, fece l'inchino all'Eucaristia anziché la genuflessione: +M, all'uscire dalla cappella, senza riguardi umani gli disse con insolito vigore: "Davanti a Gesù Eucaristia si devono piegare le ginocchia!".

E' solo qualche esempio, ma i mistici sono tutti a questo livello. La riforma liturgica sarebbe stata ben altra cosa se fosse stata fatta da mistici, anziché dai noti superficiali.

- I mistici veri sono molto caritatevoli, molto umili. E' caratteristica inscindibile del dono mistico anche il riserbo. Chi ha il dono mistico è determinato a non svelare i segreti del Re (v. Tob 12, 7), e non parla se non come e quando Dio vuole.

- Parlando della Divina Provvidenza, +I paragonava il dono mistico alla vista di un tappeto. Normalmente noi vediamo la vita carica di misteri e di incognite, come il rovescio di un tappeto. Dio sceglie alcuni perché vedano già su questa terra il tappeto nel verso giusto, in perfetta rifinitura, e assicurino gli altri della meravigliosa Provvidenza di Dio, che in Paradiso apparirà giustificata sotto tutti i punti di vista.