I Mistici: profeti nella chiesa
Di Admin (del 19/11/2009 @ 15:11:39, in Suor +, linkato 3046 volte)
Catechesi di Suor + a B.A. il 3.2.02 e note di Padre Vittorio
Sappiamo che nell’Antico Testamento c’erano i profeti. Erano, i mistici di allora, coloro che venivano scelti da Dio per comunicare ai loro contemporanei quello che sarebbe avvenuto se non avessero camminato sulla retta via.
Nel Nuovo Testamento Gesù ha affidato agli Apostoli il suo Vangelo per portare gli uomini alla salvezza. Salendo al Cielo ha dato loro questo comando: "Andate per tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura: chi crede e si fa battezzare sarà salvo, chi non crede sarà condannato"(Mc 16, 15s). Il Vangelo rivela a tutti gli uomini sino alla fine dei tempi la via della salvezza, e rimane la base stabile della Rivelazione divina affidata al Magistero della Chiesa, ma soprattutto nei momenti di maggiore difficoltà Gesù suscita i suoi profeti per ravvivare la fede della Chiesa nelle condizioni storiche in cui viene a trovarsi. Manda la sua stessa Madre, Regina dei Profeti e Rosa Mistica nelle apparizioni assai frequenti di questi ultimi due secoli, suscita il dono profetico delle locuzioni interiori, imprime stigmate in anime predilette (Padre Pio, Alexandrina da Costa, ecc.). Profeti sono soprattutto i mistici, persone elevate a una più acuta conoscenza di Dio mediante una più profonda unione con Gesù crocifisso.
Il dono mistico si sviluppa in direzione del carisma migliore, che è la caritas (1 Cor 13, 13), attraverso fasi di purificazione del cuore che conferiscono una singolare chiaroveggenza spirituale. Sia il dono mistico che la veggenza sono doni gratuiti che Dio concede a chi vuole. Al dono della veggenza, che solitamente avviene tramite i sensi, si può essere elevati senza una particolare preparazione spirituale, come è avvenuto alle Tre Fontane o tra i ragazzi di Medjugorje; alla vita mistica invece si giunge attarverso il crogiolo della Croce. Mediante illuminazioni interiori di indole spirituale, il mistico acquista una più profonda conoscenza delle cose di Dio.
Dio che ha scelto i profeti, oggi sceglie i mistici, perché non vuole che il suo popolo viva nelle tenebre, senza conoscere, senza sapere. Vuole che lo seguiamo e stiamo vicini a Lui.
Il primo grande mistico del Nuovo Testamento è stato San Giovanni evangelista. Quando le pie donne sono corse dagli Apostoli e hanno riferito che il Maestro era risorto, perché avevano trovato la tomba vuota, anche Giovanni e Pietro accorrono al sepolcro. Giovanni arriva per primo, ma non entra, perché doverosamente soggetto all'autorità del capo degli Apostoli. Ispirato dal Signore, aspetta e dà la precedenza a Pietro, il primo papa. (I mistici devono avere un’autenticazione dalla Chiesa).
Abbiamo un’altra prova che Giovanni vedeva le cose prima degli altri: dopo la resurrezione, quando erano sulla barca, è Giovanni che dice "E' il Maestro!", è lui che avverte la presenza del Signore prima degli altri, perché ai mistici è data una luce particolare, per riconoscere la verità.
Il secondo grande mistico è San Paolo, che dopo la conversione andò tre anni nel deserto, e fu istruito nella fede da Gesù in persona.
Sia Paolo che Giovanni sono adulti. Paolo, dopo aver riconosciuto d’aver sbagliato, d’essere fuori strada, si ravvede, e Giovanni, una volta che ebbe conosciuto Gesù, è stato di una fedeltà commovente: è l’unico Apostolo che è rimasto sotto la croce.
La Scrittura ci informa della riluttanza di profeti, che non vollero essere tali: Giona non voleva accettare la sofferenza e la croce, e scappa, ma, quando Dio permise che fosse inghiottito da un cetaceo, e poi vomitato sulla spiaggia di Ninive, capisce e ubbidisce.
I profeti erano illuminati dal Signore, scelti da Lui gratuitamente, non per virtù propria o perché degni di meritarlo. Così anche i mistici.
Oggi il Signore sceglie anche dei bambini, per comunicarci qualcosa. La scelta del Signore è inspiegabile. Io avevo tre anni, ero piccola, che cosa potevo fare, che meriti avevo? Nessuno. Anche la Madonna aveva detto che, fra tante ragazze di allora, era stata scelta lei, umile serva di Dio. Anzi, era stata concepita senza peccato, quindi che merito aveva se non esisteva ancora?
Non lo sapremo mai perché il Signore sceglie una persona e non un’altra, sceglie senza guardare i meriti o le capacità. Ma se questa persona accetta, allora le dona le grazie necessarie per fare ciò che è stata chiamata a fare.
Ricordiamoci che, fra i chiamati, non tutti accettano, come è successo a Giuda, che era stato scelto da Gesù. Avviene pure che si è chiamati, si accetta, si segue il Signore e poi si devia. Il Signore può chiamare una seconda volta, e può avvenire che alla seconda chiamata si torna a seguirlo più convinti, accettando la sofferenza, la derisione, la persecuzione.
Segnati dalla Croce
Il demonio cerca di demoralizzare i mistici, adopera tutti i mezzi, tutte le occasioni, per umiliare, per far arrabbiare la persona scelta dal Signore: ma quando si è di Dio, si è uniti a Lui anche nella sofferenza e nella crocifissione.
Dio ha redento il mondo con la croce, e noi andremo in paradiso mediante la croce: è inutile sfuggire a questa verità. Però Gesù ci assicura: “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò, vi consolerò”.
Quando capiamo che tutto è permesso da Dio, anche la sofferenza e l’umiliazione vengono dimezzate. Tutto viene accettato, se si pensa che anche il Figlio di Dio è stato trattato in tale modo.
Attraverso l’"Ubi Petrus", quante cose vi sono state dette, da anni, di fatti che succedono adesso! Quante spiegazioni! L’unica cosa che il Signore non vuole farci sapere è l’esatto tempo in cui si avvereranno i fatti. Neanche agli Apostoli diede risposta, quando questi gli chiesero quando si sarebbero avverati i fatti da Lui profetizzati, eppure, come Figlio di Dio, lo conosceva da tutta una eternità.
Gesù agisce con sapienza. Se sapessimo la data della nostra morte, che cosa faremmo? Lavoreremmo ancora? Faremmo il nostro dovere, giorno dopo giorno, oppure lasceremmo andare tutto? Quanta ansia, quanta paura avremmo in cuore, ma questo il Signore non lo vuole. Vuole farci sapere che queste cose si avvereranno quando Lui vorrà, e per farcelo sapere usa i mistici, persone scelte, secondo la sua sapienza, il suo criterio, la loro preparazione, e non solo le chiama per questa via, ma insegna loro come fare, e dona loro forza e grazie necessarie al loro compito.
I mistici sono persone umane e, quindi, possono dire “si” o “no”, sono liberi, possono aderire totalmente o solo in parte alla volontà di Dio.
Dio non rivela i tempi
Il Signore dà ai mistici la visione chiara di ciò che succederà, ma senza i tempi di realizzazione: questo li espone ad essere associati alla sua sofferenza, alle umiliazioni, perché siano, in tutto, conformi a Lui, che ha salvato il mondo proprio con la croce.
Dio sceglie ciò che nel mondo è stolto, per confondere i sapienti, ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a niente le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi, davanti a Dio. I mistici sono coloro che conoscono a fondo la loro miseria, la loro indegnità e che sono soggetti a fare le cose più tremende e perciò si riconoscono peccatori. Non dobbiamo mai criticare o sentirci migliori di altri.
Quando insegnavo a Milano, alle ragazze, che facevano apprezzamenti ed esclamazioni di scandalo sulle prostitute, ripetevo che non dovevamo scandalizzarci, ma ringraziare il Signore che ci teneva le mani, sulla testa, per impedirci di peccare. Senza l’aiuto del Signore, forse, avremmo fatto lo stesso. Io stessa quando ero in sanatorio mi sono trovata accanto tre prostitute, che mi hanno aiutata e a cui volevo un gran bene, e memore di quanto Gesù diceva circa i pubblicani e le prostitute, che ci avrebbero preceduti nel regno dei cieli, non mi sono mai sentita migliore di esse.
Ricordate come Gesù ha trattato l’adultera? Per non metterla a disagio non l’ha fissata negli occhi, ma si è messo a scrivere per terra, e le ha detto: "Va' e non peccare più": Gesù, l’unico senza peccati e che avrebbe potuto condannarla, la lascia andare, ma condanna l’adulterio.
Perché l’uomo non viene mai condannato? Eppure l’adulterio si compie in due, ma le leggi erano e sono ancora maschiliste.
Secondo la legge islamica, l’uomo può avere quante donne vuole, mentre la donna, solo nel dubbio e senza la certezza che abbia tradito viene uccisa… Tutto questo non è giusto!
Fino a poco tempo fa, le donne valevano poco anche nel mondo occidentale: non avevano il diritto al voto, non era pensabile che una donna fosse ministro di stato. Oggi, invece, hanno acquistato molta importanza nella società.
Il Signore sceglie le donne (ci sono molte mistiche fra le donne), Dio sceglie ciò che è debole per confondere i forti (i pastorelli di Fatima, Bernadette di Lourdes), sceglie donne, come Caterina da Siena, che, noncurante di ciò che avrebbe potuto dire la gente, andava dai preti ed ha incontrato persino il Papa per persuaderlo a ritornare a Roma, senza preoccuparsi se era o no conveniente, ha intrapreso missioni politiche. Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato, ciò che è nulla, per ridurre a nulla le cose che sono.
Tutti dobbiamo riconoscerci un “nulla” davanti a Lui e convincerci che Egli può adoperarci come vuole e che, quando ci usa, siamo strumenti nelle sue mani: è Lui che agisce e opera ed è a Lui che va il nostro ringraziamento. Lui si serve dei mistici o dei veggenti come messaggeri delle cose del cielo.
Mistici e veggenti
Vorrei, adesso, sottolineare la distinzione fra i mistici e i veggenti. I veggenti sono coloro che vedono la Madonna, ma non sono implicati nella vita dentro, perché l’apparizione è a livello dei sensi, mentre il dono mistico spunta e opera nella profondità dello spirito.
Il mistico viene preparato, istruito dal Signore, e soprattutto purificato: è questo che fa la profondità del mistico. Il mistico vede se stesso nei due versanti: umano e divino. Vede se stesso nella Luce di Dio, si confronta sempre con la Luce di Dio, e specchiandosi in questa Luce infinita misura la propria finitezza e i propri difetti.
A santa Teresa d'Avila Gesù mostrò un bellissimo grappolo d'uva, e la santa ne ammirò la perfezione. Poi Gesù le fece vedere lo stesso grappolo alla luce del sole, e la santa ne vide i difetti. E’ come quando laviamo i vetri: anche se sembrano puliti, alla luce del sole appaiono sporchi e da ripulire. Così alla Luce di Dio il mistico si trova tra due abissi: la perfezione purissima di Dio e le proprie imperfezioni, che appaiono tanto più brutte quanto maggiore è la luce dell'Altissimo. Quando il giovane ricco chiamò Gesù "Maestro buono", Gesù corresse: "Buono è solo Dio", facendoci capire che la sua stessa Umanità, pur essendo perfetta, aveva tuttavia dei limiti, per cui l'Apostolo dice: "Christus non sibi placuit" ( ).
Noi ci liberiamo dai peccati e dai difetti nella misura che ci santifichiamo. Non il peccatore conosce i propri peccati, ma il santo, e li conosce nella misura in cui si libera da essi. Il peccato è come il cattivo odore: chi ci guazza dentro finisce col non sentirlo più. L'Apostolo dice che gli ebrei sono colpiti dallo spirito di stordimento, come chi prende una legnata sulla testa, quindi non riescono a capire il gravissimo peccato di aver messo Cristo in croce. Così avviene ai gradi peccatori: l'abitudine al peccato toglie loro la percezione della gravità di cadute assai vergognose (pensiamo agl invertiti, che giungono perfino a esaltare la propria condizione e a rivendicare protezioni legali ai loro costumi perversi).
La Comunione nelle mani è percepita dai mistici come cosa orribile. Teresa di Calcutta la considera come il più gran male della Chiesa di oggi, ma quanti cristiani, quanti sacerdoti e religiosi, quante suore ne hanno tale percezione? (...)
I messaggeri di oggi
I mistici oggi richiamano i fratelli alle verità di fede e ci ricordano che qui, su questa terra, dobbiamo aspettarci ancora molti castighi, che ci siamo meritati, ci siamo attirati addosso in tutte le maniere possibili ed immaginabili, con una vita di perversione, seguendo il disegno massonico, che è satanico.
Basta guardare la televisione o leggere i giornali per accorgerci di quanto la moralità dei nostri giorni sia diversa da quella di cinquanta anni fa: quanta violenza, pornografia, azioni aberranti, di cui non si riesce neanche a dare una spiegazione.
Il male è compenetrato nella società a causa del demonio e il Signore non può non permettere i suoi castighi. Noi ci siamo ribellati a Dio e Lui lascia che la natura si ribelli contro di noi con catastrofi di ogni genere, come la siccità di questi giorni. Chi ha fatto un triduo di preghiere per invocare la pioggia? Quale parroco ha indetto preghiere particolari? E’ stata fatta qualche ora di adorazione?
Siamo ad un punto tale che neanche gli uomini di Chiesa ricordano che tutto ci è donato da Dio, che Lui, volendo, può tutto.
Siamo sicuri che adesso il Signore farà una grande pulizia su questa terra e non è lontano il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Ma perché succeda questo, c’è bisogno che vinca il bene, la grazia.
Dobbiamo chiedere perdono per tutti i peccati del mondo e ascoltare ciò che i mistici ci dicono, perché essi vedono il disegno del Signore. Dobbiamo toglierci dalla strada del peccato, cercare di non offendere Dio in nessuna maniera, e se per nostra grande fragilità ci succede, ricorrere alla Confessione, che è il primo grande dono di Gesù. E’un grande sollievo sentirsi dire: “Ti perdono!”. Non è il prete che in quel momento lo dice, ma Dio.
Abbiamo la Comunione e, quando riceviamo l’Ostia, riceviamo Gesù in corpo, sangue, anima e divinità, perciò riceviamo anche il Padre e lo Spirito Santo. Dobbiamo essere molto devoti all’Eucaristia, dobbiamo trattarla con affetto e amicizia, perché Gesù è il nostro più grande amico, ma non dobbiamo dimenticare che è anche il nostro Dio!
Quando si riceve l’Eucaristia bisogna fare un atto profondo di adorazione, perché, in quel momento Dio, il re dell’universo, viene nel nostro cuore, e subito dopo dobbiamo fare un atto di amore e di ringraziamento, perché nessuno di noi è degno di ricevere Dio, ma è Lui che, essendo tanto buono, per stare con noi si fa nostro cibo e ci dà forza. Chi mangia la sua carne e beve il suo sangue, avrà la vita eterna; chi invece non fa questo non avrà la vita eterna e sarà come un morto che cammina.
Dopo avere ricevuto Gesù, dobbiamo cercare di amarlo per tutti quelli che non lo amano e per riparare tutte quelle Comunioni sacrileghe che oggi vengono fatte con tanta facilità.
Quando siamo col Signore, abbiamo la pace, la tranquillità e la serenità. Se arriva qualche turbamento, ricordiamoci che è l’"altro" che ci disturba, è il diavolo che sta facendo il pazzo, che fa di tutto per trascinarci al male, perché non vuole che andiamo al Signore, non vuole che andiamo in paradiso a godere ciò che lui ha perso per l’eternità a causa della sua superbia.
Ricordiamoci che tutti i peccati hanno la radice nella superbia. Dio ha scelto i più piccoli, i più deboli (suor Lucia non sapeva né leggere, né scrivere), e sceglie ancora ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato. Non dobbiamo tenere tanto alla nostra stima, al nostro onore, alla posizione di spicco nella società, ma considerarci un “nulla”, perché Lui si serve dei piccoli per ridurre al nulla tutte le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. E' per Lui che noi siamo in Cristo Gesù, per il sangue di Cristo, il quale, per opera di Dio, è diventato sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.
Sapete cosa vuol dire "sapienza"? E' gustare, assaporare la conoscenza di Dio e conoscere, fino in fondo, le verità della fede.
Non ci può essere pace, senza giustizia, per questo il Santo Padre, che è un grande servitore, un grande amante del Signore, ce la mette tutta, perché si faccia giustizia e ci sia la pace.
Dobbiamo cercare di essere perfetti, come il Padre nostro, che è nei cieli. Dobbiamo cercare, anche se è difficile e non ci arriveremo mai alla perfezione, perché siamo dei grandi peccatori. Dobbiamo santificarci e redimerci.
Diffusione del dono mistico
In una visione ho visto il mondo come un globo nero e, poi, accendersi qua e là delle luci che, come tubi al neon, comunicavano fra di loro e tutta la terra ne veniva illuminata e liberata dal buio. Le luci sono i mistici che, rispecchiando la Luce da Dio, la diffondono al mondo. Essi si intendono tra loro, e sono uniti fra di loro. I mistici sono la luce del mondo, e noi dobbiamo ringraziare Dio per tutti i mistici che abbiamo in mezzo a noi, che cercano di aiutarci a salvare l’anima. Dobbiamo anche pregare per loro, perché hanno tanto bisogno di forza, quella che può donare solo il Signore.
Ricordo che, quando avevo 21 anni, avevo tanto bisogno di Eucaristia, ma la mia superiora permetteva che io la ricevessi solo un giorno sì e un giorno no. Vi assicuro che, quando non veniva il sacerdote, era un Angelo a portarmi l’Eucaristia. Pensate! Dio non mi lasciava mai sola, perché vedeva il mio desiderio e io riconoscevo che senza di Lui ero “niente”.
Allora mi rammaricavo di non essere nata maschio, perché, se così fosse stato, mi sarei fatto sacerdote. Il Signore, però, mi fece capire che mi aveva creata donna perché la donna ama di più, e da allora non mi sono più lamentata. L’uomo è il principio della vita, ma la donna è più oblativa (purtroppo molte adoperano questa oblatività nel male).
Dobbiamo sempre fare la volontà di Dio, e io sono ancora qua per voi, per aiutarvi, mentre vorrei essere già in Paradiso, ma se il Signore lo permette, io accetto volentieri, perché Gesù ha passato tutte quelle pene, è morto in croce per noi, per salvarci, e anch’io voglio essere ancora sulla terra per salvare anche una sola anima.
Sia lodato Gesù Cristo!
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