Meditazione di Suor+ a L. il 28 agosto 2001
Trascritto dall'immediatezza del parlato
Dio disse ad Adamo ed Eva: "Crescete, moltiplicatevi e dominate la terra", e quindi Dio è ben contento che noi studiamo e scopriamo le cose che Lui stesso ha creato.
Dobbiamo sempre ricordare che è Lui che ha creato, non noi. Se siete qua è perché voi credete già a questo, lo conoscete già e volete approfondire, pian piano, la conoscenza di questa pietra preziosissima, che è la Verità.
Il diamante ha tante sfaccettature e ognuna ha una sua luce e risplende in modo suo, ma insieme sono una cosa sola; così è la nostra Fede: è un blocco unico, che non può essere intaccato da nessuna parte, altrimenti, come il diamante, se viene colpito da una parte, va in frantumi.
Noi non possiamo dire di credere in Dio, che ci ha creati, che ci ha dato l’anima, e non credere in altre verità della nostra Fede. Per tanti cattolici che si dicono credenti, sembra difficile credere nella risurrezione della carne; invece dobbiamo essere convinti che dopo la morte c’è o il paradiso o l’inferno, c’è l’eternità. Dobbiamo credere che la nostra anima, che dopo la morte si staccherà dal corpo, si ricomporrà con un corpo che ha le stesse qualità del corpo risorto di Gesù e di Maria (Dio ha anticipato anche per Lei la risurrezione della carne). Ci sarà la risurrezione per tutti noi, alla fine del mondo, col giudizio universale.
Alla morte saremo giudicati personalmente da Dio, mentre al giudizio universale sapremo la verità totale, davanti a tutti. Davanti a tutte le creature, da Adamo ed Eva all’ultima creatura, si conoscerà la verità.
La fede nostra deve essere rinforzata e accettata, anche se non la capiamo, così come utilizziamo i programmi di internet anche se non ne conosciamo i meccanismi di funzionamento, così come ci serviamo della stessa elettricità, senza saperne la provenienza né i principi.
Non conosciamo tante cose di questo mondo, come possiamo pretendere di conoscere quelle dell’altro mondo?
Ci vuole la fede, e ciò che è necessario credere ce lo ha rivelato il Figlio di Dio, nel Vangelo. Non sta a noi scegliere ciò che è bene credere e ciò che non è da credere: la fede va abbracciata totalmente, completamente, come un diamante. Se non crediamo anche ad una sola verità, non abbiamo la fede.
Leggiamo il simbolo della nostra fede:
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi e il terzo giorno risuscitò da morte, salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Sottolineiamo onnipotente, cioè che può tutto. E' quindi è una bestemmia continuare a dire che Dio non fa niente e che permette certe cose, oppure che, se fossimo al posto del Signore, faremmo questo o quest’altro, faremmo pulizia qua o interverremmo là, ecc. Spesso proprio noi che crediamo diciamo frasi simili, che sono delle bestemmie. Dicendo questo, noi ci crediamo superiori a Dio, migliori di Dio, più sapienti, più intelligenti di Lui.
E’ facile notare il male che c’è nel mondo e pretendere che il Signore intervenga a far saltare tutto; forse Lui interverrà, ma quando lo vorrà, quando per Lui sarà necessario. Il Signore sa che cosa fare, quando fare le cose e come farle. Noi, nel vedere il male che ci circonda, dobbiamo solo chiederci se collaboriamo a fare il male o se cerchiamo di diminuirlo.
C’è il principio dei vasi comunicanti anche nello spirito: se preghiamo per i peccatori, per la loro conversione, ma prima ancora per la nostra, se preghiamo per migliorare noi stessi, migliora tutto; per il principio dei vasi comunicanti, tutta la cristianità ne risentirà in bene. Se invece offendiamo il Signore, tutta la cristianità ne risentirà in male. Non siamo un’isola, non siamo isolati, ma facciamo parte di una comunità, della comunione dei santi.
Ho sperimentato la validità di certe preghiere di intercessione, che il Signore ha utilizzato quando ha voluto, come ha voluto e per chi ha voluto: questa è la comunione dei santi. Tutto ciò che di bene facciamo, anche indegnamente, con difetti (perché siamo una nullità), il Signore lo trasforma in un capolavoro e lo applica, lo utilizza, come e quando vuole.
Dobbiamo credere in Dio e nella sua onnipotenza.
Sempre nel Credo, si legge che Dio è Creatore del cielo e della terra. Il cielo e la terra li ha creati Lui, dal nulla, Lui è il Creatore e il Signore di tutto, è il Padrone, e quando vuole castigare usa le cose naturali (piaghe d’Egitto, terremoti, alluvioni, grandine, fulmini). Castiga perché è un Padre, perché ama e vuol far ravvedere: sta a noi capire.
Dio, se punisce, punisce perché ama, punisce per migliorarci, come un padre naturale che richiama i figli per educarli, per migliorarli.
Gesù, invece, è venuto per salvare il mondo e ci ha detto che saremo giudicati sulla sua parola. Per questo è importante conoscere bene il Vangelo. Noi saremo giudicati sul Vangelo, per questo dobbiamo leggerlo e chiedere allo Spirito Santo che ci dia la capacità di comprendere ciò che leggiamo. Ricordiamoci che senza il Signore non possiamo fare nulla; possiamo avere un’ottima intelligenza, ma se non interviene il Signore a farci capire le cose, siamo “niente”. Spesso ripetiamo teoricamente che siamo niente e che crediamo nel Signore, nella sua potenza, che Lui è il Re dei re, ma in pratica che cosa facciamo? Crediamo che Lui è il Creatore e Signore del cielo e della terra?
Se crediamo in Lui, capiamo anche perché ha permesso la caduta di Lucifero prima, e di Adamo ed Eva poi, perché aveva in mente di mandare il Figlio a redimerci, perché voleva perdonarci, voleva essere, oltre che sapiente, intelligente, onnisciente, infinito, anche misericordioso. Dire che Dio è misericordioso non significa, però, che manderà tutti in paradiso e che l’inferno non c’è più: queste sono tutte non verità, sono falsità. Il Signore è chiarissimo, e leggendo il Vangelo capiremo che l’inferno c’è.
Altri ci possono ingannare, corrompere, ma noi abbiamo un patrimonio di fede a cui credere: o crediamo a Dio o a mammona; o siamo con Dio, o siamo contro Dio, il Signore ci lascia liberi.
Ricordiamoci che il demonio non può fare certe cose direttamente, e allora le fa fare agli uomini, che sono liberi, e Dio lascia che facciano anche le cose più aberranti. Il demonio non potrebbe commettere orrori di pedofilia, se non servendosi degli uomini che, invece di credere in Dio, credono in lui. Satana li corrompe, prima col denaro, poi col potere, infine col piacere.
La strada della corruzione e della perdizione è larga, invece la strada della salvezza è stretta e faticosa. Sono pochi quelli che si salvano, ma spetta a noi credenti, battezzati, restare in grazia di Dio, non vivere in peccato mortale. Noi credenti dobbiamo vivere da credenti, noi che siamo stati salvati e redenti da Gesù.
Nel Credo, leggiamo, ancora, di credere in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, morto per noi, per redimerci. Lui stesso ci ha dato i mezzi per redimerci, ci ha dato i Sacramenti, e se siamo cristiani dobbiamo credere nei mezzi della salvezza, dobbiamo credere nei Sacramenti: Confessione, Comunione, ecc.
Noi crediamo nella Confessione, che ci libera dai peccati mortali, che altrimenti ci farebbero dannare per sempre.
Se crediamo nella Comunione, dobbiamo credere che in quell’Ostia consacrata, che ha l’apparenza del pane ma una sostanza diversa, ci sia veramente il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù. Se crediamo in questo, chiediamoci come ci comportiamo davanti al Santissimo Sacramento, davanti a Gesù Sacramentato. Quando il sacerdote dice "Ecco l’agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo", come ci comportiamo? Sappiamo che c’è di fronte a noi Gesù e ci sediamo comodamente, come fanno molti? Gesù, che sta per venire in noi, è il Creatore e il Signore, Padrone del cielo e della terra, è quel Gesù, che ci ha redenti, che ha dato la vita per noi. Gesù Signore nostro Dio è in mezzo a noi, e noi non ci inginocchiamo?
Ricordiamoci che anche di questo dobbiamo rendere conto a Dio. Dobbiamo inginocchiarci, adorare Dio, lodarlo e chiedergli perdono per quanti non lo adorano, per quanti, anche sacerdoti, pur di ottenere il permesso per erigere la chiesa, relegano in un cantuccio il tabernacolo.
Quando si entra in una chiesa, dobbiamo fare la genuflessione, perché c’è il corpo, il sangue, l’anima e la divinità di Cristo.
Durante la Messa dobbiamo prostrarci, fare atti di adorazione davanti a Dio, e ricordarci che, in quel momento, mentre Gesù cambia il vino nel suo sangue e l’ostia nel suo corpo, tutto il Paradiso è prostrato in adorazione, tutti gli angeli, i santi e la Madonna sono prostrati (ma non nella maniera dei Musulmani), sono in ginocchio, in adorazione. E noi?
Se ci crediamo, dobbiamo adorare.
La nostra fede è venuta meno e lo si nota anche nella mancanza di questi atti di adorazione, di dedizione. Se non crediamo che è veramente Gesù, presente in quell’ostia, se pecchiamo, come mai ci accostiamo alla Comunione? San Paolo dice che, chi riceve indegnamente la Comunione, riceve la sua condanna, e noi ci lamentiamo di ciò che succede. Ricordiamoci che gli eventi negativi sono i richiami del Signore, che ci dice di essere attenti e di credere: se crediamo, dobbiamo comportarci come chi ha fede.
Se crediamo, se abbiamo questa fiducia e vediamo i nostri disegni andare fuori della nostra comprensione, dobbiamo dire: "Signore, se permetti questo, vuol dire che va bene così. Tu ci hai creati e voluti, e se permetti questo sia fatta la tua volontà".
Dio ci ha creati, fin dall’eternità ci ha pensati! E' un mistero, e San Paolo agli Efesini esprime questo grande mistero: Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi, per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto, nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di Colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
Paolo dice che siamo benedetti da Dio Padre: Egli ci ha voluti, ci ha creati, dall’eternità ha pensato a noi, e Cristo ci ha redenti e ci ha fatto partecipi di questa benedizione speciale del Padre, col suo sacrificio.
San Paolo dice ancora che tutto è stato fatto per mezzo di Lui e in vista di Lui. Noi siamo stati scelti, prima della creazione del mondo, perché Dio è eterno e da tutta l’eternità ci ha pensato. Se noi riflettessimo su questo, non ce la prenderemmo, ma diremmo: "Signore, sia fatta la tua volontà!".
Ci ha fatti santi e immacolati, e lo possiamo essere, perché abbiamo i Sacramenti. Con la Comunione diventiamo santi, perché riceviamo Gesù, in corpo, sangue, anima e divinità, abbiamo la Santità in noi; e con la Confessione, con l’assoluzione dei nostri peccati, noi torniamo ad essere immacolati.
Da tutta l'eternità Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi. Ci ha pensati quali siamo adesso, qui, a meditare sulla sua grandezza, sulla sua bontà, sul suo amore infinito per noi, suoi figli adottivi. Il Figlio naturale del Padre è Cristo Gesù, mentre noi siamo suoi figli adottivi, con gli stessi diritti del Figlio naturale, di godere Lui, per tutta l’eternità, in paradiso.
Abbiamo tanta paura della morte, ma se pensassimo che essa è la porta che ci apre alla felicità eterna, non avremmo più paura. Se solo provassimo a pensare a cosa ci attende dopo la morte, anche se dovessimo fare un po’ di purgatorio, cosa volete che sia, in confronto all’eternità? Pensate, per tutta l’eternità, il paradiso!
Ed è Gesù Cristo che ci ha aperto le porte del paradiso, che erano state chiuse e sbarrate dopo il peccato di Adamo ed Eva. Tutto questo è avvenuto, secondo il beneplacito della sua volontà perché lo ha voluto Lui. Dio Padre ci ama da tutta l’eternità come suoi figli; Dio Figlio ci ama tanto da soffrire fino a dare la sua vita per noi; e lo Spirito Santo ci fa capire tutte queste cose. Senza di Lui non capiremmo niente di niente.
La prima devozione che dovremmo avere noi è per la Bontà di Dio, che ci ha dato tutto questo: è per merito suo che noi possiamo lodarlo per tutta l’eternità in Paradiso, con i santi, che lo amano, lo lodano e lo glorificano.
E’ Gesù che ci ha ottenuto questa grazia, con la sua morte: infatti San Paolo dice che abbiamo la redenzione, mediante il suo sangue. Dobbiamo proprio rassegnarci: non si và in paradiso in carrozza, ma con la croce. Gesù ci ha detto di cercare di passare per la porta stretta, cioè saperci chinare, saperci restringere, saper fare a meno di tante cose, perché se la porta è stretta non possiamo portarci dietro tante valige, zaini, bagagli, ecc. Bisogna disfarsi di ogni ingombro, per entrare nella porta stretta. Bisogna saper fare a meno di tante cose che ci sembrano necessarie. Dobbiamo guardare all’essenza delle cose.
Mediante il suo sangue: noi portiamo il sangue del Figlio di Dio in noi. Lui ha versato il suo sangue per ciascuno di noi, ed è felice quando può versare questo sangue per una conversione. Si fa più festa in paradiso per un peccatore che si converte, che per un centinaio di santi. Le colonne portanti della nostra religione sono San Pietro e San Paolo, due convertiti. Il Signore non si spaventa dei nostri peccati, quello che non vuole è che noi superbi facciamo come Giuda, che non ha creduto nella sua misericordia e non si è salvato.
Gesù ci ha ottenuto la remissione dei peccati, secondo la ricchezza della sua grazia, e la grazia è infinita, perché Dio è infinito e Gesù non è un uomo qualsiasi, ma uomo-Dio.
Gesù, come uomo, conosce tutto di noi, le nostre piccole cose, le nostre stanchezze, le nostre debolezze, i nostri sentimenti, il senso dell’amicizia, le delusioni della vita; Lui capisce tutto di noi, perché l’ha provato, come uomo.
E poi è Dio, e come Dio ci ha meritato questa ricchezza della sua grazia che solo in Paradiso capiremo fino in fondo.
Il Signore non fa le cose così, tanto per farle: Egli ha riversato su di noi la grazia, con sapienza e intelligenza: l’intelligenza è saper capire e la sapienza è saper gustare. Non basta capire, essere intelligenti, bisogna fare un passo in più, avere la sapienza, che è dono dello Spirito Santo.
Poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo, come quelle della terra.
Tutto è stato da Lui prestabilito, anche il disegno della salvezza per mezzo della croce, della sofferenza: tutto è stato prestabilito per Cristo, in Cristo e, quando ci sarà il giudizio universale, sarà un inno di lode a Cristo Signore, perché capiremo che non avrebbe potuto fare le cose meglio di come le ha fatte. Ci rammaricheremo di non aver capito, di non aver aderito prima del tempo, e godremo per tutta l’eternità.
Tutto è ricapitolato in Cristo, che ci ha salvati, in Cristo che si è fatto uomo per redimerci.
In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà. Queste sono parole preziosissime di Paolo, parole ispirate dallo Spirito Santo: noi siamo eredi! Ma che diritto avevamo di essere eredi di Dio, noi nati dal peccato e che, purtroppo, nella vita lo offendiamo tante volte? Eppure Lui ci ha condotti ad essere eredi; Lui che tutto opera efficacemente, conforme alla sua volontà. La volontà di Dio è efficace, la nostra no.
Perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi che per primi abbiamo sperato in Cristo. La preghiera più bella che possiamo fare è la lode a Dio. Nella santa Messa diciamo: "Tu solo il Santo, Tu solo l’altissimo Gesù Cristo". Se provassimo a non dirlo meccanicamente, ma lentamente, capiremmo che siamo qua per la sua gloria, e la gloria di Dio è la salvezza delle anime. Lui si gloria quando può salvare un’anima, quando la può condurre in paradiso.
Dio è amore, ma anche giustizia infinita, e basta una nostra invocazione per salvarci. Basta dire : “O mio Dio, aiutami”, e ci aiuta.
In lui anche voi, dopo avere ascoltato la parola della verità, il Vangelo della vostra salvezza, e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso.
Questo che io vi spiego è la parola della verità, io non faccio altro che commentarla.
Nel Vangelo c’è la verità, c’è la salvezza. Ricordatevi che saremo giudicati sul Vangelo, sulla parola di verità.
Gesù aveva promesso lo Spirito Santo, aveva detto: "E’ bene che me ne vada, perché così vi mando lo Spirito, che vi farà capire tutto quello che io vi ho detto". Senza lo Spirito Santo noi non capiremmo niente, non potremmo fare la più piccola preghiera.
Lo Spirito Santo è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.
Lo Spirito Santo è caparra che Dio, nella sua infinita bontà, ci dona, in attesa della completa redenzione. In questo momento la nostra redenzione non è completa fino a quando non saremo alla casa del Padre, alla casa di Dio, che ha acquistato la nostra redenzione con la morte del Figlio. Il Figlio, che è Dio, ha accettato per volontà del Padre di venire su questa terra, ha sofferto e ha raggiunto il culmine della sua sofferenza sulla croce quando ha esclamato: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
Gesù ci ha acquistato, con la sua sofferenza, la nostra salvezza; Lui ha pagato a caro prezzo. E noi che cosa dobbiamo fare? Noi dobbiamo aderire a Cristo e al suo disegno stupendo. Dobbiamo aderire a Cristo perché tutto è stato fatto per Lui, per mezzo di Lui e in vista di Lui.
San Paolo agli Efesini spiega questo mistero della salvezza di Cristo: Per questo, io Paolo, il prigioniero di Cristo per voi gentili, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente. Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo. Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del Vangelo, del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell’efficacia della sua potenza. A me che sono l’infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, Creatore dell’universo, perché sia manifesta ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in Lui. Vi prego quindi di non perdervi d’animo per le mie tribolazioni per voi: sono gloria vostra.
Paolo dice che il mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni, e che il disegno eterno, nascosto da secoli nella mente di Dio, viene attuato per mezzo della Chiesa. Ecco, l’importanza della Chiesa: “Tu sei Cefa, pietra, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno” (anche se adesso sembra che prevalgano).
Non temete, vedrete che vittoria sta preparando il Signore alla sua Chiesa!
San Paolo ci esorta ad avvicinarci, con piena fiducia, a Dio, ad avere fede in Lui e a non perderci d’animo, neanche per le nostre tribolazioni: esse sono la nostra gloria.
Come la tribolazione di Cristo è stata la nostra salvezza, così le tribolazioni di ognuno di noi, se ne capiamo il disegno, saranno per noi salvezza e gloria.
Don Bosco diceva che non si va in paradiso in carrozza, e Gesù ripeteva: "Chi vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua".
I nostri sacerdoti sanno questa frase: “rinneghi se stesso”, e quando predicano dicono solo: “prenda la sua croce e mi segua”, ma non si soffermano sul rinnegare se stessi, cioè rinnegare ciò che è male di sé, rinnegare la propria intemperanza, la non pazienza, tutto ciò che non va in se stessi.
Rinnegare noi stessi possiamo farlo solo se chiediamo a Dio il suo aiuto: Lui è ben felice di aiutarci, ma rispetta la nostra libertà e aspetta la nostra adesione. Dobbiamo dire “si” a Lui e “no” al demonio. Se non ci riusciamo, chiediamo a Dio il suo aiuto, chiediamogli di avere pietà di noi. Chiediamogli di aiutarci perché senza di Lui non possiamo fare nulla; con Lui invece possiamo tutto. Tutto possiamo, in Colui che ci dà forza, anche affrontare il maligno.
C’è bisogno di preghiera, c’è bisogno di manifestare apertamente la nostra fede, anche con la vita.
Non temete: abbandoniamoci al Signore, lasciamo che faccia Lui e ci darà la forza, ci darà una grazia speciale per seguire i suoi insegnamenti. Diciamogli: "Aiutaci, Signore: vogliamo seguire i tuoi insegnamenti e arrivare dove sei Tu e goderti per tutta l’eternità", e Lui farà tutto il resto.
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